L’Italia si appresta a firmare il terzo decreto di forniture militari all’Ucraina. Il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale, dai ministri della Difesa, dell’Economia e degli Esteri. Come da prassi legislativa non si conosce il contenuto, che rimane segreto come i precedenti, ma dovrà passare l’ok del Copasir  (ente della sicurezza della Repubblica) nella giornata di domani.

Il tema, come noto, è particolarmente delicato perché divisivo nella maggioranza. Precedentemente sia Salvini che Conte si erano dimostrati scettici, cercando un chiarimento con il premier Mario Draghi.

Terzo pacchetto di armi a Kiev, quali strumenti attendersi

Nel precedente discorso in Aula alle commissioni della Difesa, il ministro Lorenzo Guerini non si era particolarmente sbilanciato. Da un lato la comunicazione circa l’invio di armi “difensive”, dall’altro la necessità di ribadire come il sostegno bellico all’Ucraina non pregiudicasse a priori la via diplomatica. Il cessate il fuoco resta dunque l’obiettivo principale.

Per provare a ipotizzare il contenuto del nuovo arsenale in direzione Kiev, si può presupporre il tipo di armi sulla base delle disponibilità del nostro esercito. Sicuramente, la lista in approvazione al Copasir sarà diversa, ma tutti si chiedono come e quanto. Perché una composizione “di peso” cambierebbe lo scenario, specialmente se si dovesse infoltire la presenza di obici e di carri armati Leonard.

Guerini: “Invieremo in Ucraina armi al solo scopo difensivo”

Come preannunciato, si saprà molto di più nella giornata di domani, lunedì 16 maggio, quando Guerini riferirà all’Ente per la sicurezza della Repubblica. Guardando ai precedenti c’è un discreto ottimismo che la lista possa essere approvata, tuttavia le agitazioni politiche sempre più insistenti gettano qualche dubbio.

Le armi saranno con munizionamenti a cortissimo raggio funzionali al solo scopo difensivo e per proteggere città e cittadini“.

In seguito approderà in Consiglio dei ministri il nuovo Decreto Legge “Missioni”. Si tratta di operazioni militari in Bulgaria e Ungheria, per un valore economico di circa 70 milioni. Si attende il semaforo verde del Ministero dell’Economia per la copertura del pacchetto.