Siamo arrivati al giorno 80 della guerra in Ucraina, con alcune novità sia sul fronte bellico che su quello economico. Lo afferma il premier Volodymyr Zelensky nel suo ultimo videomessaggio.

Zelensky sulla Russia: “Pronta a provocare una carestia globale”

Il primo tema affrontato da Zelensky riguarda la fornitura di grano bloccata nel porto di Odessa, questione al centro del G7 in corso in Germania. Per il leader la minaccia di una crisi alimentare su larga scala rappresenta un’ulteriore passo per irrigidire le sanzioni contro la Russia:

I russi stanno minacciando apertamente il mondo intero, mettendo in ginocchio la sicurezza alimentare in decine di Paesi. E quali potrebbero essere le conseguenze di una simile carestia? A quale instabilità politica e fenomeni migratori porterà? Quanto si dovrà spendere allora per superarne le conseguenze? Queste sono le domande a cui devono rispondere coloro che stanno ritardando le sanzioni alla Russia o stanno cercando di rinviare gli aiuti all’Ucraina“.

Prosegue la missione diplomatica a Mariupol

L’attenzione si sposta poi al capitolo Azovstal, dove si cerca di far evacuare dall’acciaieria i militari feriti in sicurezza. Qui Zelensky non usa mezzi termini, la questione è delicata e lontana dal trovare una soluzione:

I colloqui per l’evacuazione sono molto complessi, ma l’Ucraina si sta avvalendo di intermediari influenti. Le forze russe continuano a bombardare Mariupol dove è rintanato l’ultimo bastione difensori ucraini in una città quasi completamente controllata dalla Russia“.

La prossima missione consiste nell’allontanamento dei medici gravemente feriti. Stiamo parlando di un gran numero di persone. E stiamo facendo di tutto anche per evacuare tutti gli altri, tutti i nostri difensori“.

Si assiste al progressivo ritorno diplomatico a Kiev

Infine, una buona notizia concernente la ripresa dell’attività diplomatica nella capitale:

37 ambasciate estere hanno ripreso il loro lavoro a Kiev. Sono grato a tutte loro, perché questa è la prova che l’Ucraina è forte e ha prospettive, a differenza della Federazione Russa. Sono fiducioso che altre ambasciate torneranno presto nella capitale“.

Il leader ucraino è ora al lavoro per tentare di impostare una ripresa economica per quelle aziende che sono ancora chiuse dall’inizio del conflitto. Al contempo volontari e istituzioni si adoperano per restituire alle popolazioni colpite i servizi essenziali come acqua ed elettricità.