Fabrizio Miccoli ha lasciato il carcere di Rovigo dopo 5 mesi di detenzione. Per l’ex calciatore adesso si apre il capitolo dell’affido in prova ai servizi sociali, dopo la condanna a tre anni e tre mesi per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Miccoli era detenuto dal 24 novembre 2021, il giorno dopo la condanna definitiva.

La condanna

Miccoli, 42 anni, era stato indagato nel 2015 perché, per permettere all’ex fisioterapista del Palermo Calcio Giorgio Gasparini di rientrare in possesso di un credito da 12mila euro, si era rivolto a Mauro Lauricella, figlio di Antonino, il boss del quartiere Kalsa di Palermo. Condanna arrivata dal Tribunale di Palermo dopo il processo con rito abbreviato, nel 2017. In secondo grado la condanna viene confermata a gennaio 2020; la Cassazione il 23 novembre 2021 condanna Miccoli definitivamente, che il giorno dopo si presenta in carcere.

Quando Miccoli chiamava “fango” Giovanni Falcone

Non è la prima volta che l’ex calciatore si rendeva protagonista negativo: nel giugno 2013 venne intercettato mentre, al telefono sempre con Mauro Lauricella, chiedeva un incontro “davanti all’albero di quel fango di Falcone“. Il 27 giugno lo stesso si presentò in lacrime in una conferenza stampa, chiedendo scusa alla città di Palermo.

La carriera

Conosciuto anche con il nomignolo di El Pibe di Nardò (suo paese natio) e Il Romario del Salento, la sua carriera decolla nel 2002, quando finisce nel mirino della Juventus, che poi lo gira in prestito al Perugia. Nel 2004, anche a causa della competizione in attacco con l’arrivo di Zlatan Ibrahimovic in bianconero, viene ceduto alla Fiorentina. Poi il Benfica e, soprattutto il Palermo. In rosanero, in tandem con l’italo-brasiliano Amauri, Miccoli dimostra tutto il suo potenziale. Con i rosanero, fra il 2007 e il 2013, colleziona 74 goal in 165 presenze. Torna poi a casa, a Lecce, indossando la casacca giallorossa fino al 2015. Decide infine, per concludere la carriera, di approdare a Malta, fra le fila del Birkirkara.