In tempo di guerra l’informazione è fondamentale, le notizie dal fronte devono essere verificate e le voci che arrivano imparziali e attendibili.

Per questo le parole che arrivano dal Cosapir sono pesanti: la tv di stato italiana sarebbe stata “bucata” e sarebbe stata colpita da propaganda russa. Così ha dichiarato Adolfo Urso, presidente del Cosapir, che sebbene non sia entrato nello specifico dei programmi in cui questo è accaduto non si è di certo risparmiato con le accuse, che però, per sua ammissione, volevano essere solo degli avvertimenti.

Al termine del confronto con l’AD Rai Carlo Fuortes Urso ha dichiarato: “Il confronto si è rivelato proficuo, fornendo utili indicazioni al fine di preservare la libertà, l’autonomia editoriale e informativa e il pluralismo da qualsiasi forma di condizionamento e di accrescere il livello di resilienza dell’intero sistema Paese”.

Ha poi sottolineato. “L’audizione si inquadra all’interno dell’approfondimento che il Comitato sta conducendo sulla ingerenza e sulla attività di disinformazione messe in campo da attori statuali, alla luce di un fenomeno reso ancor più preoccupante dopo l’invasione della Russia in Ucraina”.

Fuortes di per sé si difeso dicendo che non sceglie scalette dei programmi o invitati, la TV di Stato opera in autonomia,

Più attenzione alla propaganda russa in tv

Maggiore consapevolezza “davanti al rischio di infiltrazioni russe nella tv pubblica”: questa la richiesta del Copasir alla RAI. Un’ora e mezza di audizione, che non è certo la prima, che aveva l’obiettivo di mettere in allerta Fuortes sul modi di agire della propaganda russa.

Il ruolo centrale dell’informazione, oltre al fact-checking e all’attenzione sulle fake news, non può nemmeno permettersi che nessun tipo di propaganda vada a intaccare la televisione e gli altri media, soprattutto quella di stato.