Sono cinque i quesiti referendari in materia di giustizia su cui i cittadini dovranno esprimersi il 12 giugno. Secondo Vincenzo Montemurro, sostituto procuratore presso la DDA di Potenza “il quesito più problematico è quello che riguarda la custodia cautelare”.
Monemurro (DDA): “Sulla custodia cautelare il dibattito è molto acceso”
“Mentre sugli altri si continua a discutere con una certa unanimità di veduta anche fra mondo politico e della magistratura”, continua Montemurro, “sulla custodia cautelare, toccando inevitabilmente gli aspetti essenziali e i diritti della vita comune, il contrasto è sempre molto acceso.
Nei miei 30 anni di magistratura, 28 sono svolti quale sostituto procuratore preso una direzione distrettuale antimafia. E nei reati di criminalità organizzata persino la legislazione consente un ricorso più semplice e più efficace, anche in tempi diversi. Quindi la custodia cautelare dei componenti della criminalità organizzata anche dall’opinione pubblica viene vista come un momento che non crea un dibattito polemico. Anzi il più delle volte il complesso della popolazione e delle istituzioni sono favorevoli a forme di repressione di questa criminalità.
Viceversa la vera problematicità riguarda da sempre i delitti contro la pubblica amministrazione, quindi le indagini sui cosiddetti colletti bianchi e o nei confronti dei cittadini comuni per altre tipologie di reato. Ai promotori del referendum vorrei ricordare che, per arrivare a una ordinanza di custodia cautelare, nelle sue varie forme, vi è comunque procedura. Con un magistrato o un pm che all’esito dell’analisi formula una richiesta, un giudice per le indagini preliminari che emette una ordinanza e poi una fase della comunicazione all’arrestato dell’interrogatorio dell’indagato. Non si arriva a una custodia cautelare immediata e senza la possibilità di un contraddittorio“.
Rivedi l’intervista completa nel Tg Plus di Cusano Italia TV condotto da Aurora Vena
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