Ennesimo messaggio triste e desolante quello che arriva dall’arcivescovo di Kiev che ha evidenziato le terribili violenze subite dai prigionieri di guerra. In particolare, Sviatoslav Shevchuk in un suo videomessaggio ha illustrato quello che dal suo punto di vista è stata la condotta becera dei russi. Ecco le sue parole:
“Abbiamo prove di orribili abusi sui prigionieri di guerra. Di terribili violenze, di tutti i tipi di tortura. Questi fatti diventeranno noti all’umanità a tempo debito e devono anche essere condannati come crimine contro l’umanità e come violazione delle regole di guerra”
Un messaggio triste che sembra quasi voler bilanciare i tentativi della Russia che ha voluto accusare l’America di presunte attività biologiche militari. Su quest’ultimo tema, i russi avevano dichiarato tramite le parole del vice inviato russo alle Nazioni Unite, Dmitry Polyanskiy:
“Abbiamo chiesto una riunione aperta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per presentare nuove prove sui programmi biologici militari eseguiti presso i biolab statunitensi in Ucraina. L’incontro è previsto per domani alle 10 ora di New York”
L’arcivescovo di Kiev sui prigionieri di guerra: “Chiediamo un miracolo al Signore Dio”
Un messaggio triste che però prova a riempirsi di speranza quando l’arcivescovo di Kiev ha parlato dei prigionieri:
“Siamo particolarmente preoccupati per i nostri prigionieri di guerra, di cui non abbiamo informazioni complete. Tra questi, ci sono i soldati della nostra Guardia nazionale che stavano difendendo la centrale nucleare di Chernobyl nei primi giorni di guerra, durante l’invasione russa in quella zona. Non abbiamo informazioni su di loro, ma insieme alle loro mogli, ai loro figli, preghiamo per la salvezza delle persone care”
Nel frattempo, il pensiero del presente va rivolto a tutti coloro che hanno sofferto e che probabilmente continueranno a soffrire. In particolare:
“ai difensori di Mariupol, anche loro finiti in un pesante assedio. E oggi chiediamo un miracolo al Signore Dio e l’intervento della comunità internazionale per salvarli. Ieri le loro consorti hanno avuto l’opportunità di incontrare di persona papa Francesco e di trasmettergli tutto il dolore delle famiglie che pregano e piangono per i loro cari a Mariupol”