Le polemiche in Honda le accende il pilota giapponese Takaaki Nakagami che non le manda certo a dire: l’arco e le frecce metaforiche vanno tutte in direzione dell’otto volte Campione del Mondo Marc Marquez, che secondo l’altro portabandiera della Honda è “dittatoriale“.

Secondo le sue dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport il team giapponese punta tutto sulle indicazioni di Marquez che, nonostante nel passato abbia portato molti trofei in casa Honda, dal 2020 (dall’incidente di Marquez a Jerez) non dà più i frutti sperati.

Takaaki Nakagami non è convinto dell’attuale politica Honda, nonostante i problemi di saluti di Marquez quindi lo spagnolo non è certo uscito dal progetto ricoprendo anzi un ruolo centrale soprattutto nelle scelte del team satellite.“Tutto dipende dalle indicazioni di Marc. Se dice ‘no’ a qualcosa, vuol dire che è un ‘no’ per tutti i piloti Honda. Se qualcuno dice di sì, ma Marquez dice di no, allora significa ancora no”. 

I dubbi di Nakagami sulla Honda

Ha poi proseguito: “Nel team ufficiale c’è ancora l’opportunità di intraprendere una strada completamente diversa, ma questo non è possibile in una formazione satellite. A volte è difficile, troppo difficile da accettare, ma bisogna adattarsi”.

La nuova RC213V sta lasciando perplessi tutti i piloti Honda, in quanto è una moto molto migliorata, ma dal potenziale ancora incompleto: “La moto di quest’anno è basata su una concetto completamente nuovo. Tutti quanti dobbiamo ancora capirla. La mancanza di feeling con la ruota anteriore è il nostro punto debole”.

Un problema da risolvere il prima possibile, considerando che ogni gara è decisiva e il Gran Premio di Francia, in programma a Le Mans, è un banco di prova importante per tutti.

Al momento il giapponese è 15esimo in classifica generale con 21 punti, il massimo che ha conquistato è stato un settimo posto in Spagna.

Marc Marquez si trova invece due posizioni più indietro con 16 punti.