Dalla Colombia giunge la notizia della morte di Marcelo Pecci, importante procuratore specializzato contro la criminalità organizzata e il narcotraffico. Pecci, paraguaiano di stirpe italiana, si trovava in Colombia per festeggiare la luna di miele con la moglie Claudia Aguilera, dopo le nozze celebrate lo scorso 30 aprile.
La conferma ufficiale arriva dall’ambasciatrice di Asuncion in Colombia, poi ripresa dal quotidiano Abc Color. Le prime ricostruzioni parlano di un omicidio a sangue freddo, mentre il procuratore 46enne si trovava a bordo di una moto d’acqua sull’isola di Barù. Inutili i tentativi di rianimazione in ospedale, dove Pecci è giunto già in condizioni disperate.
Il presidente del Paraguay, Mario Abdo Bentez, commenta la tragedia come “dolorosa e difficile”, promettendo di rinnovare anche a nome di Pecci la lotta contro la criminalità organizzata.
Le procureur antidrogue du Paraguay assassiné pendant sa lune de miel en Colombie https://t.co/ugUNXDx996
— Le Monde (@lemondefr) May 11, 2022
Assassinio di Marcelo Pecci, la dinamica
Le informazioni preliminari diffuse dai media colombiani sono estremamente frammentarie ma comunque indicative. I killer sarebbero due e avrebbero di fatto teso un’imboscata a Pecci, mentre si trovava isolato e lontano dalla moglie (rimasta illesa), ferendolo a morte.
Il generale Jorge Luis Vargas, direttore generale della Polizia nazionale colombiana, si sta recando personalmente a Cartagena per seguire da vicino le indagini. Insieme a lui pronta una squadra speciale composta da cinque investigatori di altissimo livello. Nelle prossime ore sbarcherà a Bogotà anche un contingente dell’arma paraguaiana. A rendere più drammatica la vicenda il post social pubblicato dalla moglie, in cui annunciava l’arrivo del primo figlio della coppia.
Uno scorcio sulla vita professionale del procuratore
Marcelo Pecci rappresentava una delle figure chiave non solo del Paraguay ma dell’intero Sudamerica. Paladino della lotta alla criminalità organizzata e al narcotraffico, oltre che a tutti gli illeciti connessi. Negli ultimi mesi stava seguendo un’operazione delicatissima, denominata A Ultranza PY, la più grossa mai condotta nel Paese.