Con la stagione balneare alle porte si torna a discutere della decisione sulle concessioni balneari. Dal 2024 si ridiscuteranno i termini con delle procedure a bando pubblico. Questa decisione ha sollevato diverse riflessioni come quelle del presidente di Assobalneari Fabrizio Licordari intervenuto in esclusiva per Cusano Italia Tv: “Il Governo Draghi ha preso questa decisione in una modalità totalmente da disapprovare per tempi e metodi utilizzati. Voglio ricordare che noi abbiamo iniziato un percorso di confronto con il Governo, ma questo non c’è mai stato realmente”.
I dettagli della nuova manovra sulle concessioni balneari
Arrivano però novità riguardanti un accordo per salvare le spiagge. Si sta discutendo di spostare a cinque anni tutte le concessioni attive e aggiungere un maxi-indennizzo per chi ha investito e rimarrà fuori dall’assegnazione. Altro dettaglio è rappresentato dai bandi di assegnazione delle sole spiagge libere e quelle non ancora assegnate entro il 31 dicembre 2023. Una bozza di emendamento che potrebbe concretizzarsi e portare così ad una nuova mappatura dei litorali nazionali. I cinque anni dei quali si parla servirebbero quindi per organizzare il tutto e dare la possibilità ai concessionari di prepararsi. Anche perché per il momento dopo la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso ottobre la data ultima è rappresentata dal 31 dicembre 2023 come partenza dei bandi veri e propri. Gare che dovrebbero comunque tener conto della continuità d’impresa e degli investimenti già effettuati.
Prime dichiarazioni
Mauro Vanni, presidente Confartigianato Imprese Balneari, ha espresso il suo pensiero su una modifica a questo emendamento che potrebbe portare al rispetto delle disposizioni Ue ma salvaguardando il panorama italiano.
“Ci auguriamo che quanto al momento trapela in via informale trovi attuazione effettiva. Da sempre sosteniamo che non c’è il tempo materiale perché tutte le amministrazioni locali varino i bandi entro l’anno prossimo. Un termine di cinque anni per mettere a punto mappatura e bandi è più ragionevole. Ma è fondamentale che, quando saranno messe a bando le spiagge, nella legge di riordino vengano previsti paletti che sono fondamentali per tutelare la nostra offerta turistica, gli ospiti anzitutto. Mi riferisco al riconoscimento del valore dell’impresa, al legittimo affidamento che abbiamo ricevuto facendo investimenti basandoci su una legge dello Stato, e alla professionalità del settore“.
Situazione bandiere blu in Italia
A margine di queste discussioni, arriva però un’ottima notizia per il mercato balneare. Sono 210 i Comuni italiani che quest’anno hanno ottenuto la bandiera blu. I Comuni premiati sono 9 in più rispetto ai 201 dello scorso anno: 14 sono i nuovi ingressi, 5 i Comuni non confermati. Ottengono la bandiera blu anche 82 approdi turistici.
Il Governo quindi lavora sulla proroga delle gare d’appalto sulle concessioni balneari. Questo per valorizzare ancora di più il territorio e tutelare le migliaia di lavoratori del settore. Mentre Lega e Forza Italia però si sono subito dichiarate favorevoli, fuoco incrociato del M5s e anche delle associazioni ambientaliste. Il Carroccio vorrebbe modificare il testo licenziato dal Governo mentre il Movimento Cinque Stelle difende la formulazione dell’articolo così come uscita dal Consiglio dei Ministri. Il premier Mario Draghi già in autunno aveva promesso un intervento dopo la sentenza del Consiglio di Stato che a novembre ha posto come limite per il regime di proroga il 31 dicembre 2023. Ma la decisione è stato via via rinviata ora l’Italia, se non si troverà un accordo, corre il rischio di una maxi sanzione Ue.