Pronti soccorsi degli ospedali italiani come vere e proprie bombe sull’orlo della deflagrazione. E all’Ospedale Cardarelli di Napoli, nessun iscritto al concorso per sei posti da dirigente medico. Temi che Andrea Fabbri, membro della presidenza SIMEU (Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza), ha affrontato nel corso della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.
Pronti soccorsi
“Due anni e mezzo di emergenza covid hanno esasperato il risposto domanda-offerta -ha spiegato Fabbri-. Oggi siamo arrivati al punto a cui non siamo letteralmente in grado di dare risposta ai problemi di chi si presenta in pronto soccorso. Tanti medici sono usciti dal sistema perché il clima è diventato insostenibile. Per cui non siamo più in grado di dare risposta. Anche in Emilia Romagna, dove di solito gli ospedali sono molto ben organizzati, le proteste nei pronti soccorsi sono ogni giorno sui giornali. O viene preso un provvedimento su questo specifico settore oppure la situazione continuerà a peggiorare. Negli ultimi 6 mesi hanno dato le dimissioni 600 medici in Italia e questa cadenza continua ad aumentare”.
Le risorse
“Il problema delle risorse è fondamentale -ha aggiunto Fabbri-. Noi facciamo continuamente concorsi, ma purtroppo non si presenta nessuno perchè i medici hanno varie opzioni e non scelgono questo tipo di carriera, non scelgono il pronto soccorso. C’è bisogno di un provvedimento ad hoc. Il problema è che spesso si guarda la nave che affonda, qualcuno si butta il mare, qualcun altro rimane sulla nave aspettando che affondi, ma nessuno fa nulla.