Bitcoin e criptovalute, la crisi continua. Riparte l’età dell’oro

Sono giornate nere e, più in generale, si può parlare di un periodo particolarmente turbolento per tutto il mercato delle criptovalute. Dopo i record negativi infranti nell’estate dello scorso anno, dopo alcuni mesi di tentennante risalita, c’è stato il ritorno nel baratro. Nella giornata di lunedì scorso i Bitcoin, moneta digitale di riferimento per tutto il mercato, sono tornati sotto la soglia dei 30mila dollari, proprio come nel nefasto luglio del 2021.

Valori dimezzati in 6 mesi

A preoccupare gli investitori un dato su tutti: dal novembre del 2021, massimo storico per i Bitcoin con un valore di 69mila dollari, nel breve volgere di pochi mesi si è verificato un calo di oltre il 50%. Da far tremare i polsi. Sorte analoga per monete digitali dalla reputazione consolidata come Ethereum. Anche gli ultimi 6 mesi di ETH hanno rappresentato una perdita della metà del suo valore.

Un trend, quello appena tratteggiato per Btc ed Eth, che non risparmia l’intero settore crypto e che, come rivelato da diversi analisti, dovrebbe portare a un ulteriore peggioramento, prima di un eventuale miglioramento. Gli investitori non si limitano a contare i danni, cercano risposte sul perché di questa contrazione per le valute virtuali.

Bitcoin e criptovalute: le ragioni del crollo

Più di un analista propende per la seguente teoria: i Bitcoin vedono il loro destino sempre più legato alle performance dei grandi titoli tecnologici presenti sul Nasdaq e su S&P 500. Questi hanno perso rispettivamente negli ultimi 6 mesi, circa il 24% e il 14% del valore aggregato.

Per allargare il respiro della considerazione va detto contemporaneamente al calo drastico di Bitcoin, si è assistito ad una perdita di valore sia in fatto di obbligazioni che di azioni globali. In netta controtendenza, ad esempio, l’oro. Il metallo pregiato ha visto un apprezzamento del 2,5%.

Come si spiega tutto ciò? Sicuramente con l’attuale situazione di incertezza geopolitica, che allontana dalla mente degli investitori le ambizioni e le velleità più fantasiose, optando per la strada vecchia, quella del bene rifugio per eccellenza.