Mario Draghi si appresta al primo volo transoceanico da Presidente del Consiglio verso Washington per incontrare Joe Biden. Si tratta del secondo meeting tra i due leader dopo quello avvenuto lo scorso anno al G20 di Roma. Secondo l’agenda, l’incontro tra Draghi e Biden avverrà nello Studio Ovale alle ore 20 italiane e durerà indicativamente 60 minuti. In primo piano l’evoluzione del conflitto in Ucraina.

Più densa di appuntamenti la giornata di mercoledì 11 maggio. Il premier visiterà l’ambasciata italiana della capitale, successivamente incontrerà Nancy Pelosi, speaker della Camera dei Rappresentanti, insieme ai Gruppi politici del Congresso. L’iter si concluderà con l’Atlantic Council in cui Draghi riceverà il “Distinguished Leadership Award“, il riconoscimento quale uno dei politici più influenti dell’ultimo anno.

Incontro Draghi-Biden, i temi sul tavolo

Il bilaterale tra Draghi e Biden alla Casa Bianca sarà complessivamente orientato a rafforzare gli accordi e convergere sulle differenze di visione. Alcune figure vicine al presidente americano sostengono che Draghi sia l’alleato principale degli Usa nell’Unione Europea. Non solo, ma Biden avrebbe al contempo apprezzato le mosse decise dell’Italia contro Mosca e in generale il ruolo centrale nella politica estera Ue.

Parlando di geopolitica il tema clou del colloquio sarà la gestione della crisi in Ucraina. Qui le posizioni sono vicine nei fatti, tuttavia Draghi vorrebbe tentare la carta diplomatica. Gli Stati Uniti vogliono invece perseguire la strada che porta a un incremento della presenza militare sul fianco orientale della Nato, rafforzando le truppe al confine ungherese e bulgaro.

In generale, Washington chiede di fare un passo in avanti, finanziando proporzionalmente al bilancio l’aumento di materiale bellico per aiutare la resistenza ucraina. Draghi rimarcherà, come ha fatto ieri a Ventotene, come l’Unione Europea creda ancora a un possibile negoziato, in linea con i valori di libertà e democrazia.

Spazio poi alla questione relativa alle forniture di gas, con l’Italia pronta a firmare un nuovo contratto dopo quelli raggiunti in Africa. Non sarebbe casuale a tal proposito la presenza dell’Ad di Eni, Claudio Descalzi, già impegnato in Angola e Congo. Gli Usa hanno apprezzato la celerità con cui l’Italia si sta separando dalla dipendenza del gas russo. Sul tavolo la proposta di creare joint-venture tra le aziende dei due Paesi per acquisire ulteriori scorte di gas liquido.

C’è grande fermento tra le forze politiche italiane per capire quale sarà il risultato della trasferta del premier in America. Il coro collettivo pretende che Draghi faccia valere le ragioni diplomatiche dell’Italia, senza farsi influenzare dalle imposizioni di Biden.