Spie russe nei talk show. Il Copasir chiede un’audizione congiunta per capire se gli ospiti della tv di Stato che ripropongono la propaganda del Cremlino si muovano come rappresentanti della stampa estera o come funzionari del governo di Putin. Sul tema Gianluigi Paragone, fondatore e sanatore di Italexit, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.
Spie russe nei talk show?
“Noi stiamo assistendo ad un dibattito surreale -ha affermato Paragone-. Se uno si fermasse un attimo, capirebbe che in un Paese in cui diceva: state facendo parlare in tv i mafiosi, i brigatisti, state attenti perché stanno parlando in codice, adesso stanno dicendo lo stesso con i russi. Il giornalismo maturo e una democrazia matura non hanno paura di queste cose. Vedo alcuni di tg che si fanno belli dicendo: io sono orgoglioso di non invitare certe persone, vuol dire che tu non sei capace di reggere un confronto. Se oggi uno ti dice che l’America è detto il conflitto sta dicendo una verità e perché non si può dire questa cosa? Il giornalismo militante però abdica dal giornalismo come lo declinano in Gran Bretagna, secco, asciutto, con domanda e risposta. Prendi Orsini e prendi il suo legame con la politica. Per Conte, Orsini è degno di ascolto, poi però lo stesso Conte espelle Petrocelli”.