I sindacati maggiori Ggil, Cisl, Uil, Snal e Gilda hanno proclamato uno sciopero del settore delle scuole per il prossimo 30 Maggio. Il motivo principale dietro lo sciopero è il decreto del governo sul reclutamento dei docenti. Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Pino Turi, Elvira Serafini, Rino Di Meglio hanno dichiarato che la rigidità del Ministero in merito alle questioni sollevate non ha lasciato altra soluzione che lo sciopero, il quale potrebbe riguardare anche gli scrutini.

La decisione dei sindacati

La conferma dello sciopero delle scuole da parte dei sindacati arriva dopo la riunione di questa mattina presso il Ministero del Lavoro. Nessuna risposta sulla modifica del DL 36 su formazione e reclutamento approvato nei giorni scorsi dal Governo. Sui tre punti principali non c’è stato nessun avvicinamento tra le parti.

La conferma su questo arriva da parte di tutti i segretari dei principali sindacati. Il ministero non ha infatti fornito nessuna risposta in merito alle richieste delle organizzazioni sindacali riguardo alle disposizioni di legge che incidono sulla libera contrattazione, l’individuazione di risorse finanziarie adeguate per procedere al rinnovo contrattuale, la stabilizzazione del personale precario che viene enormemente penalizzato dalle nuove regole. 

La comunicazione deli sindacati sullo sciopero delle scuole

Francesco Sinopoli, Ivana Barbacci, Pino Turi, Elvira Serafini, Rino Di Meglio hanno tutti sottolineato: “La rigidità del ministero rispetto alle questioni sollevate non ha lasciato margini per questo abbiamo deciso di avviare un percorso di forte protesta, con diverse forme di mobilitazione e di informazione capillare del personale della scuola. Non è escluso lo sciopero degli scrutini”.

La risposta del ministro Bianchi

Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha accettato la decisione dei sindacati ma ci ha tenuto a sottolineare che il nuovo governo ha puntato forte sulla scuola e continuerà ad investire nel settore. Ecco il suo commento: Il nuovo decreto, che fa parte del disegno riformatore previsto nel Pnrr, delinea regole chiare per chi vuole entrare nella scuola, compresi i precari, e un preciso percorso formativo per accedere all’insegnamento e durante tutta la vita lavorativa. Il decreto non compie tagli di spesa e come già annunciato insieme al ministro Franco è intenzione del governo continuare a investire nel settore