Il Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri ha rilasciato in data odierna il primo Rapporto Ocse sulla comunicazione pubblica. Il report nasce sulla base del proliferare di cattiva informazione durante l’epidemia da coronavirus e cerca di intercettare quanto la popolazione sia influenzabile da una comunicazione distorta.
Il risultato del Rapporto parla chiaro: la fiducia dei cittadini nell’informazione è in crisi.
“Le istituzioni di molti Paesi stanno ancora lavorando per costruire e consolidare approcci integrali volti a prevenire e reagire ai fenomeni di misinformazione e disinformazione“.
?Presentazione del primo rapporto OCSE sulla comunicazione pubblica. A @Palazzo_Chigi per l’appuntamento organizzato dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria ▶️ https://t.co/MHtEQJJiNW #pasocial pic.twitter.com/IFUl3cTJMw
— Francesco DiCostanzo (@fdicos10) May 9, 2022
Rapporto Ocse, i pilastri della comunicazione pubblica
Oltre a illustrare i risultati, il Rapporto Ocse vuole promuovere i cinque pilastri per una corretta comunicazione pubblica.
In primis rinforzare la funzione sociale della comunicazione stessa, attraverso la creazione di politiche aperte. Secondariamente si sottolinea la necessità di istituzionalizzare e professionalizzare la comunicazione, puntando sulla qualità; Importante anche differenziare il messaggio rispetto alle diverse categorie di pubblico. Poi avvalersi delle potenzialità delle nuove tecnologie, in maniera responsabile. Infine stroncare con vigore la disinformazione, in maniera reattiva.
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’informazione e all’editoria, Rocco Giuseppe Moles, commenta così gli spunti:
“Stiamo avviando una campagna di comunicazione istituzionale sull’uso sano e consapevole dei media digitali. È fondamentale la responsabilità di tutti gli attori coinvolti nel fare un ragionamento su quanto occorre per tutelare il diritto dei cittadini a essere correttamente informati, con qualsiasi tipo di strumento“.
Più in profondità l’analisi di Paola Ansuini, direttrice dell’Ufficio per la comunicazione istituzionale e le relazioni con i media del Presidente del Consiglio:
“La comunicazione pubblica ha una grande responsabilità essendo il riferimento diretto alla verità. La responsabilità di mettere il destinatario nella condizione di verificare e capire le informazioni, di curare la cultura del dato e della notizia basata su fatti verificabili. L’affidabilità è un impegno imprescindibile per un comunicatore pubblico“.