La variante Omicron e la sua forte contagiosità preoccupano in vista del prossimo autunno. Queste sotto varianti di Omicron sono il tema su cui gli esperti del mondo scientifico stanno ponendo il focus per il prossimo autunno e soprattutto gli Stati Uniti d’America, tra i primi a togliere ogni restrizione, nutrono una cauta preoccupazione con il governo che teme una forte ondata di decessi e di contagi, oltre 100 milioni subito dopo l’estate. In Sudafrica le due sotto varianti di Omicron hanno causato una grandissima ondata di contagi negli ultimi mesi.

Omicron e sotto varianti, il pensiero di Matteo Bassetti

Il professor Matteo Bassetti, infettivologo e direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova all’agenzia di stampa Adnkronos, nella sezione salute ha spiegato le sue preoccupazioni per l’autunno: “Sicuramente Omicron 4 e 5 sembrano evadere l’immunità prodotta dai vaccini e anche l’immunità naturale, quindi possono rappresentare un elemento di preoccupazione per un aumento potenziale dei contagi nel prossimo autunno. Probabilmente, sono destinate a diventare preponderanti sulle altre. E’ probabile che presto anche in Italia prenderanno il sopravvento, magari non proprio in questa stagione, forse un po’ più avanti”. Su questo tema anche il ministro della Salute Roberto Speranza si è espresso in un intervista ai microfoni di SkyTg24: “L’auspicio dell’autorità scientifica a livello internazionale è che in autunno potremmo avere un nuovo vaccino adattato alla variante Omicron. Non abbiamo ancora date certe scritte sul calendario, ma l’ipotesi prevalente è che in autunno, ci auguriamo per l’inizio, potremmo avere un vaccino adattato alle nuove varianti” del virus”.

Fabrizio Pregliasco: “Oggi ci sfuggono le dimensioni reali del contagio”

Fabrizio Pregliasco, virologo e docente all’università statale di Milano, all’agenzia di stampa AdnKronos nella sezione dedicata alla Salute ha spiegato le sue preoccupazioni legate alle sotto varianti di Omicron: “Bisogna considerare innanzitutto che già oggi ci sfuggono le dimensioni reali del contagio, perché le stime ci dicono che i casi giornalieri sono 2-2,5 volte più di quelli rilevati dai bollettini, e quindi probabilmente il 40-50% della popolazione si è in qualche modo infettato. Inoltre, teniamo presente che la grande maggioranza delle infezioni è asintomatica.