L’Alto rappresentante dell’Ue per la Politica estera, Josep Borrell, suggerisce agli Stati membri dell’Ue di utilizzare le finanze russe attualmente in stallo per sostenere il costo della ricostruzione dell’Ucraina dopo la guerra. Lo racconta il Financial Times in un’intervista rilasciata dal funzionario catalano.
Non sarebbe la prima volta che una simile ipotesi viene messa in pratica. Il precedente più significativo e recente riguarda la presa di Kabul da parte dei talebani, lo scorso luglio. Furono gli Stati Uniti a prendere il controllo dei miliardi di dollari di beni appartenenti alla banca centrale afghana, proprio con l’obiettivo di utilizzarli come risarcimento alle vittime del terrorismo e per aiuti umanitari al Paese. Una richiesta che potrebbe avanzare anche in Consiglio Ue e trovare una larga maggioranza favorevole.
The cost of rebuilding Ukraine in the wake of damage caused by the war could run into hundreds of billions of euros, the European Commission has said https://t.co/TFGUmQO9Qd
— Financial Times (@FinancialTimes) May 9, 2022
Borrell e il finanziamento tramite i fondi congelati: 300 miliardi sul piatto
Anche se può sembrare un suggerimento un po’ azzardato, il tema politico della ricostruzione dovrà essere affrontato. Nel caso in cui si volesse procedere attingendo alle finanze russe attualmente bloccate, si avrebbe a disposizione un vasto tesoretto. La governatrice della Banca Centrale russa, Elvira Nabiullina, ha parlato di 300 miliardi di dollari complessivi.
Non tarda la risposta della Russia, affidata al vice ministro degli Esteri Alexander Grushko:
“La proposta di Borrell di trasferire i beni congelati della Federazione Russa in Ucraina minerà la fiducia nell’Occidente, è una completa illegalità“.
Proseguono intanto le discussioni tra la Commissione Europea, la Presidenza francese del Consiglio Ue e gli Stati membri più dipendenti dal petrolio russo. Tra questi compaiono Ungheria (che ha applicato il veto all’embargo), Slovacchia e Repubblica Ceca. Il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia comprenderebbe il solo embargo entro sei mesi dell’importazione di greggio ed entro nove mesi dei prodotti raffinati. Lo riferiscono fonti diplomatiche europee.