Il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani è intervenuto al Festival Città Impresa di Vicenza: molti gli argomenti trattati, tra cui le forniture di gas per i prossimi mesi e l’economia di guerra in cui si trova l’Italia.
Cingolani e le forniture di gas: “Prossimi mesi sono delicati”
La guerra in Ucraina ha sconvolto i piani energetici di molti Stati Ue, con l’Italia che ha nella Russia il maggior fornitore di gas. Sulla questione è intervenuto il ministro Roberto Cingolani che, prima di parlare dell’economia che verrà, vuole concentrarsi sui prossimi mesi e risolvere la questione delle forniture di gas:
“Abbiamo garantito 25 miliardi di metri cubi di gas, ma ci vorrà un po’ per far partire queste forniture. Dal 2024 in poi si raggiungerà il valore di regime. I punti fondamentali sono i prossimi 6-8 mesi. Dovesse esserci uno stop di fornitura russa ora, in tempi brevi, sarebbe un problema per il prossimo inverno. se le forniture non saranno interrotte nei prossimi sei mesi, avremo un inverno tranquillo. Se si dovesse interrompere prima, arrivare all’inverno con gli stoccaggi vuoti sarebbe un problema”
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— Tgcom24 (@MediasetTgcom24) May 8, 2022
Temi che si riflettono sull’economia dell’Italia, con il ministro Cingolani che la definisce “di guerra” e parla di un possibile nuovo Recovery Found:
“Siamo in un’economia di guerra e, in questa situazione, alcuni Paesi saranno molto più colpiti da queste scelte energetiche di altri. Proprio per questo motivo la commissione sta discutendo su un secondo Recovery Found perché si sta facendo avanti una questione europea”
La questione del rigassificatore
Se l’Italia è in un’economia di guerra che mina le forniture di gas, una soluzione potrebbe essere il rigassificatore come spiega il ministro Roberto Cingolani:
“Il rigassificatore lo metteremo nel posto che ci permetterà di fare più in fretta: che sia nel Tirreno o nell’Adriatico, si è parlato dell’area di Piombino e di quella di Ravenna. Si tratta di una scelta meramente tecnica alla quale stiamo già provvedendo. Nel primo semestre del 2023 dovrà essere al lavoro. Nel 2001 il 25 per cento del gas era prodotto in Italia, nel 2021 siamo arrivati al 3 per cento. Abbiamo ridotto la produzione, ma non è servito a nulla: l’abbiamo sostituito con il gas importato. Non solo non abbiamo decarbonizzato nulla, ma abbiamo avuto un impatto maggiore sull’ambiente per il trasporto, abbiamo finanziato altri Paesi e abbiamo indebolito le imprese”
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