Oltre 300 civili sono stati protagonisti dell’evacuazione dall’acciaieria Azovstal di Mariupol, ultima roccaforte della resistenza ucraina in città. Ora, per il presidente Zelensky, è il turno dei soldati, da lui definiti “gli eroi che difendono Mariupol”.

‘Naturalmente, stiamo anche lavorando per portare fuori i nostri militari, tutti gli eroi che difendono Mariupol. È molto difficile, ma importante. Sono sicuro che tutti capiscono il motivo principale di questa difficoltà. Ma non perdiamo la speranza, non ci fermiamo. Ogni giorno cerchiamo un’opzione diplomatica che possa funzionare“, queste le parole del presidente ucraino sulla seconda fase dell’evacuazione dell’acciaieria Azovstal di Mariupol.

Le parole dei soldati barricati nell’acciaieria Azovstal

”Il tempo sta per scadere’, queste le parole comandante del 36esimo battaglione del reggimento Azov Serhiy Volyna che rappresenta l’ultimo baluardo della resistenza.

“Sembra come se mi fossi ritrovato in un reality show infernale, dove noi siamo i militari, combattiamo per le nostre vite, tentiamo ogni possibilità per salvarci, e il mondo intero sta solo a guardare una storia interessante. L’unica differenza è che questo non è un film e non siamo personaggi di fantasia”.  Prosegue così il comandante dell’esercito e conclude con quello che ha tutto l’aspetto di un appello disperato. “Poteri superiori, stiamo aspettando il risultato delle vostre azioni… il tempo stringe e il tempo è la nostra vita!”.

Lo scenario dopo l’evacuazione dei civili dall’acciaieria Azovstal

Si teme l’assalto finale dell’esercito russo alla scadenza del cessate il fuoco per fare in modo che gli ultimi civili venissero evacuati. Ovviamente la soddisfazione di Kiev per i civili portati in salvo è molta, ma adesso l’attenzione è sui duemila soldati asserragliati nell’acciaieria. La Russia accusa gli Stati Uniti di partecipare indirettamente al conflitto, mentre la Nato parla di “fase decisiva” e smentisce le parole della Duma.

Nel frattempo è atteso il discorso di domani di Vladimir Putin, per la celebrazione della liberazione russa dai nazisti, che potrebbe portare parole importanti anche su questo conflitto.