Per il settimo anno di fila, Save the Children ha pubblicato il rapporto chiamato “Le equilibriste. La maternità in Italia nel 2022″, che studia la situazione delle donne costrette a dividersi tra il ruolo materno e quello lavorativo.

Il rapporto di Save the Children sulle madri lavoratrici 

Il rapporto fa notare in quali regioni sia più facile ricoprire entrambi i ruoli, con il Nord più avanti nella classifica rispetto al Sud, dove comunque la situazione sta mediamente migliorando.

Save the Children lo definisce comunque un quadro critico, dopo uno studio che ha preso in considerazioni circa 6 milioni di madri, definite appunto “equilibriste” poiché si devono dividere tra la vita familiare e quella lavorativa, nonostante spesso non abbiano l’adeguato aiuto da parte dello Stato e/o del datore di lavoro, con alcune difficoltà acuite dalla pandemia.

Sempre secondo lo studio, anche la ripresa economica dello scorso anno è stata comunque caratterizzata da alcune “ingiustizie di genere”. Sono state infatti 267.775 le trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato nel primo semestre del 2021, ma tra questi solo il 38% sono donne.

Inoltre, se si guardano i numeri totali del primo trimestre, la maggior parte delle attivazioni che hanno compreso le donne, sono a tempo determinato. Seguono poi lavori stagionali, somministrazione e solo in ultimo posto i lavori a tempo indeterminato. Per gli uomini invece, più di 2 milioni, quasi la metà dei lavori sono a tempo indeterminato.

Nella fascia d’età tra i 25 e i 54 anni, le donne con figli a carico sono per il 42,6% disoccupate, un divario rispetto agli uomini di più del 30%. Questo dato varia a seconda delle aree del nostro paese.

Nel Sud si arriva ad un massimo del 62,2%, contro il 35,8% del centro e il 39.8% del Nord.
Inoltre, se il tasso di occupazione per gli uomini cresce con l’aumentare dei figli a carico, quello delle donne tende sempre a diminuire.