Nicolò, di soli 23 anni, era stato colpito in testa dal padre, Alessandro Maja, che aveva già ucciso moglie e figlia. Il ragazzo si trova ora in gravi condizioni all’ospedale di Varese, con i medici che stanno facendo di tutto per salvarlo. Nel frattempo, il Gip sta interrogando Maja, per chiarire le motivazioni che hanno portato al gesto.

Alessandro Maja, dopo aver ucciso moglie e figlia ha ferito gravemente il figlio Nicolò, che si trova ora in ospedale in gravi condizioni. L’uomo era stato preso immediatamente in custodia dai Carabinieri di Varese, ed è stato portato poi nel carcere di Monza.

Oggi verrà svolto il primo interrogatorio di garanzia per l’uomo, nel quale gli inquirenti cercheranno di chiarire le motivazioni che l’hanno portato ad uccidere moglie e figlia con un martello, nella loro casa di Samarate, in provincia di Varese.

Le motivazioni della tragedia

Secondo le prime ricostruzioni, sembra che le motivazioni che hanno portato Alessandro Maja a compiere questo atto estremo siano quelle già viste in moltissimi episodi analoghi.

Sembra, infatti, che sua moglie avesse chiesto il divorzio, fatto che avrebbe portato Alessandro Maja a reagire in modo estremo, uccidendo lei e la loro figlia. Su questo verrà interrogato dal Gip di Busto Arsizio, Luisa Bovitutti, oggi nel carcere di Monza.

Questo ammesso che sia in grado di parlare dato che, i suoi avvocati, hanno riferito di aver visto Maja per pochi minuti dopo la tragedia. L’uomo sarebbe incapace di parlare, avendo l’ossigeno ed essendo sedato nel suo letto di ospedale.

L’uomo infatti, dopo il duplice omicidio, avrebbe tentato il suicidio, e i medici hanno rinvenuto sul suo corpo ferite e ustioni.