Sciopero 6 Maggio 2022: la scuola presenta il conto a Bianchi
La riforma della scuola pensata e condotta nel suo iter di approvazione dal Ministro Patrizio Bianchi ha incontrato, sin da subito, la ferma opposizione di tutto il fronte sindacale di rappresentanza. La stessa posizione interlocutoria della Cisl è venuta a cadere, con la neo segretaria nazionale Ivana Barbacci che nei giorni scorsi ha fatto cadere tutti gli indugi e ha dichiarato:
“Per dare vita ad un fantomatico sistema di formazione incentivata, la riforma toglie risorse economiche e di personale ad una scuola già sofferente, inganna le promesse di investimento e soffoca, con una gittata a lungo termine (2030), ogni speranza di rilancio e valorizzazione del sistema d’istruzione! Un decreto che disvela la “Sindrome di Erode” che guida, per l’ennesima volta, la politica scolastica del nostro paese! La scuola merita rispetto!”.
Sciopero 6 Maggio 2022: le ragioni della protesta
Il primo risultato raggiunto da Bianchi, andando oltre le facili provocazioni, è quello di aver riunito il frastagliato fronte sindacale della scuola in un fonte compatto, come non si verificava da anni. E le mobilitazioni non tarderanno ad arrivare. Già da domani, infatti, si svolgeranno in decine di piazze italiane presidi e sit-in di protesta.
Le ragioni del dissenso sono da rintracciarsi nell’aperto contrasto rispetto al nuovo decreto su reclutamento e formazione dei docenti, che introduce un vero percorso a ostacoli per la stabilizzazione dei precari, la formazione in orario aggiuntivo, un’incentivazione salariale (di fatto a discrezione del Dirigente) destinata solo al 50% di coloro che si sottoporranno “volontariamente” alla formazione.
Invalsi e rinnovo contratto
Tra le istanze dei manifestanti il contrasto ai quiz INVALSI e al Sistema nazionale di valutazione che standardizzano gli insegnamenti, trasformano i docenti in “addestratori ai quiz”, discriminano gli studenti con BES.
Altro tema caldo, dopo i drammatici fatti di cronaca degli ultimi mesi, quello dell’ex alternanza scuola lavoro. Si chiede al governo di abolire i PCTO e gli stage per restituire alle scuole la decisione se svolgerle o meno e per quante ore, impiegando quei fondi per potenziare i laboratori. Tra le priorità che animeranno questi giorni di manifestazioni anche la questione contratto, scaduto da 40 mesi per docenti ed Ata, da rinnovare e rivedere al rialzo. Insomma, la scuola si farà fuori dalle aule, nelle piazze e tra i cortei.