Prosegue senza sosta la guerra in Ucraina. A tenere banco è ancora la situazione di Mariupol, con i bombardamenti sull’acciaieria Azovstal che bloccano la creazione corridoi umanitari. Le altre news di giornata vedono nuove dichiarazioni da parte dei principali leader europei, ma anche le parole del presidente Bielorusso Vladimir Lukashenko. Spazio poi all’indiscrezione del Nyt sulla centralità dell’intelligence americana e alla possibile evoluzione del conflitto al confine con l’Ungheria.
Come detto Mariupol rischia di capitolare definitivamente, nonostante la tregua promessa da Vladimir Putin. La difesa dell’acciaieria Azovstal rappresenta la priorità assoluta dell’esercito ucraino, ultimo baluardo. La situazione è particolarmente critica, così come complicata risulta l’evacuazione dei civili rimasti intrappolati. A comunicarlo è il comandante del reggimento Azov Denys Prokopenko, in un videomessaggio su Telegram:
“Per il secondo giorno consecutivo, l’esercito russo ha fatto irruzione nei locali dello stabilimento. È in corso una battaglia sanguinosa e pesante. La situazione è estremamente difficile! Nonostante tutto continuiamo a eseguire l’ordine: manteniamo la linea. Sono orgoglioso dei miei soldati che stanno compiendo sforzi sovrumani per contenere l’assalto del nemico. Ringrazio inoltre il mondo intero per l’enorme sostegno alla guarnigione di Mariupol. I nostri soldati se lo meritano!”.
Conferme drammatiche arrivano anche da Vadim Boychenko, sindaco di Mariupol:
“La situazione è molto complessa anche da un punto di vista epidemiologico. Manca l’acqua, non arriva nei luoghi dove la gente si è nascosta. In queste condizioni le malattie si stanno moltiplicando, soprattutto le infezioni. Ci sono cadaveri in strada, ci sono anche casi di tubercolosi. Se l’inferno esiste, è qualcosa di molto simile a quello che si vive in queste settimane nell’acciaieria Azov“.
Le promesse di Lukashenko sulla guerra e il ruolo dell’intelligence Usa
24 ore dopo l’esercitazione lampo la Bielorussia torna a far sentire il proprio parere tramite il presidente Aleksandr Lukashenko:
“La Bielorussia sta facendo di tutto per fermare la guerra in Ucraina. Kiev ha provocato la Russia, noi non accettiamo alcuna guerra, abbiamo fatto e faremo di tutto affinché non ci sia. Mi chiedo però perché l’Ucraina, sul cui territorio è in corso una guerra con civili uccisi, non sia interessata ai negoziati?“.
“Non minacciamo nessuno e non lo faremo. Scatenare un conflitto in Occidente non è assolutamente nell’interesse dello Stato bielorusso. L’Occidente può dormire sonni tranquilli”.
Intanto tiene banco il braccio di ferro tra il New York Times e la Casa Bianca. In breve, il tabloid americano aveva lanciato lo scoop sul ruolo che l’intelligence di Washington sta avendo nel colpire i militari russi, tesi che lo staff del Pentagono respinge con forza. L’esercito ucraino sostiene che siano almeno 12 gli ufficiali di Mosca ammazzati grazie alle informazioni dei colleghi a stelle e strisce. La reazione arriva dalla portavoce Adrienne Watson:
“Gli Stati Uniti forniscono informazioni sul campo per aiutare gli ucraini a difendere il loro Paese. Non forniamo informazioni di intelligence con l’obiettivo di uccidere generali russi“.
Infine, si monitora con attenzione l’evoluzione del conflitto in Transcarpazia, regione al confine con l’Ungheria bombardata da alcuni missili russi. Il portavoce ucraino della Difesa, Nikolenko, invita Orban a riconsiderare la questione relativa all’embargo del gas e del petrolio russi, alla luce di tali minacce nemmeno troppo velate.