Google ha pubblicato l’Ads Safety Report, il resoconto annuale dell’azienda americana che combatte l’utilizzo illecito dei propri strumenti. Dal blocco degli annunci, allo stop di alcuni siti, l’attività di concentra soprattutto sul contrasto alla pubblicità ingannevole.
A livello internazionale, la società ha rimosso oltre 3,4 miliardi di annunci che violavano le policy aziendali, oltre 5,7 miliardi di annunci e sospeso oltre 5,6 milioni di account di inserzionisti. Oltre a ciò ha bloccato la pubblicazione di annunci su oltre 1,7 miliardi di pagine di publisher e su 63.000 siti di publisher in seguito a violazioni pervasive o eclatanti.
L’intenso lavoro del 2021 ha una coda attuale nel conflitto in Ucraina, su cui “Big G” è particolarmente presente:
“Abbiamo bloccato oltre 8 milioni di annunci in accordo alla nostra policy sugli eventi sensibili rimuovendo annunci da più di 60 siti finanziati dallo Stato russo sulle nostre piattaforme“.
Check out this year’s Ads Safety Report to learn about Google’s efforts to create a safer ads experience for users everywhere → https://t.co/z5HDiZEzcs pic.twitter.com/W4QISpHij1
— Google Ads (@GoogleAds) May 4, 2022
Google Ads Safety Reports, pugno duro contro la Russia
A fare il punto sull’operato di “Big G” ai danni della Russia è Scott Spencer, VP of Product Management di Ads Privacy and Safety.
“Siamo intervenuti rapidamente in quanto evento sensibile, vietando gli annunci che traggono profitto o sfruttano la situazione. Questo intervento si aggiunge alle nostre politiche già esistenti sulla pubblicazione di contenuti che incitano alla violenza o negano il verificarsi di eventi tragici. Non vogliamo che le nostre piattaforme siano usate per monetizzare simili messaggi“.
La linea dura nei confronti della Russia segue anche le strategie commerciali di Google. L’azienda, infatti, ha interrotto le pubblicazioni di annunci sponsorizzati, oltre a limitare la diffusione dei contenuti promossi dai media filogovernativi di Mosca.
Le decisioni fanno seguito alla polemica relativa alla mancata censura delle immagini satellitari che mostrano le basi militari russe. Di fatto, la risoluzione è nitida e consente di avere un’idea precisa delle postazioni usate dall’esercito di Mosca, oltre che di localizzarle con estrema precisione.