Mascherina obbligatoria, per Gimbe è necessaria al chiuso. La Fondazione guidata da Nino Cartabellotta, sottolinea l’elevata circolazione del virus covid. Lo certifica attraverso il suo monitoraggio indipendente. La Fondazione GIMBE rileva nella settimana 27 aprile-3 maggio 2022, rispetto alla precedente, una diminuzione di nuovi casi  e dei decessi . In calo anche i casi attualmente positivi, le persone in isolamento domiciliare, i ricoveri con sintomi  e le terapie intensive.

Mascherina obbligatoria, per Gimbe è necessaria al chiuso

“Dopo il rimbalzo della scorsa settimana – dichiara Nino Cartabellotta- tornano a scendere i nuovi casi settimanali , che si attestano a quota 395 mila con una media mobile a 7 giorni di 56 mila casi giornalieri, a fronte di un numero stabile di tamponi totali”.

Andando poi nel dettaglio regionale, “nella settimana 27 aprile-3 maggio in 18 Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -0,7% del Veneto al -18% del Lazio), mentre si registra un incremento Lombardia (+0,7%), Friuli-Venezia Giulia (+5%) e Piemonte (+7,4%) .

Mantenere mascherina al chiuso

“Tutti gli indicatori – conclude il Presidente – sono sostanzialmente in una fase di plateau con lieve tendenza discendente. Tuttavia, indipendentemente dallo spartiacque normativo del 1° maggio, la circolazione del virus rimane molto elevata, oltre che ampiamente sottostimata: più di 56 mila nuovi casi in media al giorno, tasso di positività dei tamponi antigenici al 16% e quasi 1,2 milioni di positivi.” Su questo punto il Presidente della Gimbe diviene perentorio: “Ecco perché, indipendentemente da obblighi e raccomandazioni, mantenere la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco aerati, rimane una strategia indispensabile per ridurre la circolazione virale e proteggersi dal contagio”.

Ancora ferme le vaccinazioni

«Nell’ambito di un generalizzato flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – le inaccettabili diseguaglianze regionali dimostrano da un lato l’efficacia delle strategie di chiamata attiva dall’altra l’immobilismo organizzativo della maggior parte delle Regioni. Inutile precisare che rispetto all’ulteriore platea di 4,2 milioni di persone candidate a ricevere la quarta dose già emergono nette differenze tra Regioni, oltre che una partenza al ralenti delle somministrazioni».