Dal 2013 ogni 5 maggio si celebra il World Password Day. Un’iniziativa voluta dal colosso tecnologico Intel per promuovere la sicurezza digitale e responsabilizzare gli utenti informatici sull’importanza di avere password diverse. Come da tradizione, gli esperti in materia fanno il punto della situazione e dispensano consigli per la popolazione del web.

World Password Day, “123456” si conferma gettonatissima

La principale curiosità degli appassionati di password è conoscere quante persone si affidano alla combinazione “123456”. Il Centro nazionale per la Cybersecurity del Regno Unito soddisfa la richiesta, quantificandole in 23 milioni di utenti. Ci sono però altri consigli utili da adottare, dalla metodologia di registrazione (cartacea o digitale) fino ai trucchi per utenti più esperti.

Partiamo dal primo aspetto, vale a dire quello relativo al “dove” conservare le proprie password. Un’indagine condotta su un campione di utenti inglesi ha rilevato che il 25% si affida ancora a carta e penna per registrare le proprie password principali. Un meccanismo collaudato e “sicuro” ma poco funzionale se ne abbiamo bisogno in circostanze di emergenza.

Poi ecco la lunga carrellata di suggerimenti sul “come” scegliere una password. Il consiglio di partenza è di evitare ogni riferimento alla sfera personale e, se possibile, di differenziare la password per ciascun servizio che ne fa richiesta. Per aumentare la complessità del codice, alcuni software obbligano il cittadino a usare una combinazione di carattere, quindi lettere (minuscole e maiuscole), numeri e simboli speciali. Inoltre è bene utilizzare l’autenticazione a due fattori (attivabile su due dispositivi) e cambiare la password con una frequenza a breve-termine. Al giorno d’oggi esistono diversi software cifrati che consentono di fare tutte queste operazioni.

Tuttavia, in considerazione dell’aumento di attacchi hacker nell’ultimo biennio, c’è chi si chiede se l’autenticazione tramite password sia ancora un metodo effettivamente sicuro. L’evoluzione tecnologica potrebbe infatti condurre al livello successivo di protezione, quello affidato ai sensori biometrici.