Il 12 giugno gli italiani dovranno esprimersi su cinque quesiti referendari riguardanti il tema della giustizia. Manca poco più di un mese alle urne ma sul tema poco di scrive e tantomeno si dibatte. Secondo Irene Testa, tesoriere del Partito Radicale che con la Lega ha promosso i referendum, “il silenzio è calato da parte dell’informazione. Ammesso che ci sia mai stato un dibattito su questi temi”.

Referendum giustizia, Testa: “Tema scomparso dall’informazione”

“C’è stato le primissime settimane di raccolta firme e poi immediatamente non se n’è più parlato” ha affermato Testa durante il Tg Plus di Cusano Italia Tv condotto da Aurora Vena. “In questi mesi il tema della giustizia è completamente scomparso. Quello del referendum praticamente non esiste e questo bisognerebbe chiederlo all’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni e a chi fa informazione. Capiamo che è un momento particolare che riguarda tutti ma riteniamo che si debba necessariamente parlare anche di altro tra cui appunto il referendum giustizia che si voteranno tra meno di quaranta giorni e i cittadini italiani che sanno che 12 giugno potranno andare a votare su una riforma epocale come quella sulla giustizia sono pochissimi”.

Riforma giustizia, Anm: sciopero magistrati 16 maggio

“Penso sia una scelta veramente di basso profilo da parte dell’Anm” commenta Testa. “Perché quando sono stati lanciati i referendum in un primo momento hanno fatto fuoco e fiamme. Nel senso che erano pronti a fare le barricate perché avevano paura della responsabilità civile dei magistrati. Gli è venuta incontro la magistratura della Corte Costituzionale bocciando purtroppo quel quesito referendario. Rimane comunque però il fatto che i cittadini italiani vorrebbero i magistrati responsabili per i loro errori. Oggi la magistratura fa le barricate e annuncia di fare scioperi perché non vogliono valutati. Quindi loro giudicano e non vogliono essere giudicati. Valutano persone che spesso finiscono in galera per anni e anni da innocenti, distruggono esistenze e magari con superficialità, con indagini fatte all’acqua di rose, però non voglio essere valutati per il loro operato. Io credo che questo si commenti da sé”.


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