A volte ritornano. Il DDL Zan, il disegno di legge contro l’omotransfobia, torna nell’aula del Senato. Il Partito Democratico infatti ha deciso di ripresentare a Palazzo Madama il testo che prende il nome dall’esponente dem Alessandro Zan. Senza modificarne neanche una virgola.
Letta: “Una sconfitta chiudere legislatura senza DDL Zan”
Il segretario del PD Enrico Letta infatti ha ribadito come “sarebbe una sconfitta chiudere la legislatura senza l’approvazione di questo provvedimento“. I Dem hanno l’obiettivo del confronto e non della sfida in Aula:
“Non ci muoviamo in una logica di sfida, ma di offerta a questo Senato. È una grande occasione per recuperare il rapporto con una parte del Paese” anche perché “Per noi il campo dei diritti è prioritario, in questi mesi ci sono stati alcuni importanti passi avanti su temi alcuni affrontati fuori dal Parlamento (…) in alcuni casi sono passi fatti dal Parlamento, e penso al suicidio assistito, lavorando strenuamente in modo molto costruttivo, positivo e con risultati importanti”.
In Parlamento per costruire diritti e non per scontrarsi sulle barricate, insomma. A sei mesi di distanza da quel 27 ottobre che mise allora la parola fine al disegno di legge.
Zan: “Sul DDL raccoglieremo idee”
Per Alessandro Zan, il disegno di legge è aperto ai suggerimenti:
“Cercheremo di raccogliere idee, suggerimenti e proposte attraverso le Agorà per portare a casa una legge necessaria senza rinunciare alla tutela di tutte le persone vittime dei crimini d’odio. Questa è una legge che protegge tutte le vittime dei crimini d’odio”.
Il centrodestra annuncia battaglia
Il centrodestra però non ci sta, e rilancia la sfida a Palazzo Madama. Se per il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri “errare è umano, perseverare con lo stesso testo è diabolico”, parlando di una “scelta sbagliata che si confermerà perdente”, ancora più pesante l’affondo del leghista Simone Pillon:
“Non ci sono ferite da sanare, ci sono ideologie da imporre vedi l’identità di genere, che porta un uomo a vincere tutte le gare femminili o i bambini nelle scuole da indottrinare con la teoria gender”.
Il 17 maggio la giornata contro l’omofobia
Il tutto mentre il 17 maggio ricorrerà la giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. Un giorno non scelto a caso: in questo giorno, nel 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità rimosse l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.