Bergoglio parla col cuore e cerca la pace, la Russia apre al dialogo
Un’intervista sincera, sofferta e colma di significati quella rilasciata da Papa Francesco al Corriere. Il Pontefice è in ansia per la guerra, le atrocità del conflitto che tornano a riempire i nostri occhi ci catapultano in un tempo lontano, lontano dall’Europa, dai giorni nostri, dalle conquiste del mondo civile.
Bergoglio, un semplice prete
«Anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta». Le parole di Papa Francesco si portano dietro il dolore per la guerra ma anche il dolore fisico, quello che sta provando a causa del suo ginocchio. Sono dichiarazioni sofferte e sofferenti, che hanno toccato la sensibilità generale e, forse, aperto qualche spiraglio al dialogo.
Fermare la guerra, Bergoglio non pensa ad altro. Mettere fine al conflitto ma passando per Mosca. «Ma io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin», ha detto Francesco al direttore Luciano Fontana.
Le reazioni alle parole del Papa
Il primo riscontro, diretto, quasi immediato, alle parole del Papa è arrivato subito ieri, dalla sede dell’ambasciatore russo in Vaticano, Aleksandr Avdeev, che al cronista Sergey Startsev dell’agenzia di stampa Ria Novosti ha dichiarato: «In qualsiasi situazione internazionale, il dialogo con il Papa è importante per Mosca. E il Pontefice è sempre un gradito, desiderato, interlocutore». Parole concilianti, né un silenzio assordante, né un no definitivo. Piuttosto la base da cui partire per aprire un dialogo costruttivo.
Di tutt’altro avviso l’ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash: «Un messaggio significativo quello del Santo Padre. Peccato però che Putin sia sordo non solo alla nobile richiesta di Bergoglio ma anche alla voce della sua stessa coscienza. Coscienza? Ho citato qualcosa che non esiste».
La risposta della politica italiana alle parole di Bergoglio arriva direttamente dal segretario del PD Enrico Letta: «L’intervista del Papa è importante, bella e la sua volontà di fare un passo verso la pace e andare a cercare di convincere chi è la causa della guerra credo che sia la scelta giusta. Io mi auguro che ce la faccia!».
Non mancano le critiche
È critico, invece, il vescovo Dionisio Lachovicz, un vero e proprio riferimento spirituale per i cattolici ucraini in Italia: «L’annuncio del Papa ha già scatenato forti reazioni di malumore tra gli ucraini, poiché il Santo Padre sarebbe esposto a raggiri e strumentalizzazioni da parte dei russi». Le premesse per un incontro ci sono, al momento, non molto di più.