Joe Biden è tornato a parlare contro la Russia e l’ha fatto, nuovamente, con forza. Il presidente degli Stati Uniti d’America, infatti, ha approfittato della visita alla fabbrica in Alabama in cui vengono prodotti missili anti-tank Javelin forniti a Kiev, per accusare la Russia di aver commesso crimini di guerra.
Guerra Russia Ucraina, Biden: “Il Cremlino ha commesso crimini di guerra”
Il numero 1 degli USA ha parlato rivolgendosi ai lavoratori della fabbrica di missili con queste parole:
“Le forze di russe hanno commessi molti crimini di guerra e gli Stati Uniti stanno guidando il sostegno agli ucraini per difendere il loro Paese. È incredibile quello che avete fatto. Quando vediamo le atrocità commesse dai russi e gli ucraini, non solo soldati ma anche persone comuni, che si difendono. Avete cambiato la vita delle persone”
Poi, il presidente americano, ha chiosato in questa maniera:
“Se non ci opponiamo ai dittatori continueranno ad arrivare. Oltre 5.500 Javelin sono stati inviati dagli Stati Uniti in Ucraina. I militari ucraini si stanno prendendo gioco di quelli russi da diversi punti di vista.”
Guerra Russia Ucraina, Putin su possibili negoziati con Kiev
Nel frattempo, Vladimir Putin non sembra voler fare alcun passo indietro dopo l’invasione in Ucraina. Nella giornata di ieri, il numero uno della Federazione Russa, ha sentito telefonicamente Macron – prima volta dal 29 marzo scorso – per ribadire le proprie posizioni. Questa la nota rilasciata dallo staff di Putin:
“La Russia è ancora aperta al dialogo con l’Ucraina, ma i Paesi Ue ignorano i crimini di guerra delle forze ucraine e i loro bombardamenti sulle città e i villaggi del Donbass”
La risposta di Emmanuel Macron, presidente francese:
“Ci auguriamo che la Russia sia all’altezza delle sue responsabilità di membro permanente del Consiglio di sicurezza, mettendo fine alla sua aggressione devastatrice in Ucraina. Siamo disponibili a lavorare alle condizioni di una soluzione negoziata per permettere la pace e il pieno rispetto della sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Esprimo la mia profonda preoccupazione per Mariupol e la situazione nel Donbass e faccio appello alla Russia per permettere la prosecuzione delle evacuazioni dalla fabbrica Azovstal lasciando agli evacuati la scelta della loro destinazione”.