Nella saletta Berlinguer della Camera è andato in scena il ritrovato orgoglio delle correnti Pd, che per la prima volta, ad un anno dalla sua elezione, hanno dato la linea al segretario Letta su un tema determinante.
Con l’accurata regia di Matteo Orfini, tutti i Big delle correnti dem, hanno infatti dato il via libera al sistema proporzionale e di fatto hanno mandato l’ultimo avviso all’inquilino del Nazareno. “Attento Letta, che se non cambi legge elettorale, all’ultimo potresti trovarti anche senza Conte’, il messaggio.
Tutti i big del Pd vogliono il sistema elettorale proporzionale
A succedersi sul palco tutti i big della galassia democratica: i tre ministri, Franceschini, Guerini ed Orlando, leader di tre diverse correnti, la capogruppo Serracchiani, Zingaretti, il lettiano Meloni, Andrea Marcucci, Alessandro Alfieri, in pratica all’appello non è mancato nessun capo corrente, alla faccia della vergogna per i gruppi organizzati che lamentò lo stesso presidente della Regione Lazio quando si dimise da segretario. Non a caso il più cauto ieri e’ stato Meloni, che vista la mala parata, si è augurato almeno di salvare lo spirito bipolare del confronto politico.
Allarme 5 Stelle
Si è detto dell’allarme verso il campo largo con i 5 Stelle, “se noi non faremo di tutto per cambiare legge elettorale, ad ottobre rischiamo di subire l’allontanamento di Conte, che non ha più interesse a stare con noi, o, anche peggio di pagare a peso d’oro i collegi affidati al movimento di Grillo”, era il ragionamento fatto a voce alta ieri alla Camera. “E se Conte ci chiede il collegio che so per Orsini a Roma 1, per Toninelli a Milano, o Michele Santoro a Napoli, che facciamo?”, si sono chiesti i parlamentari alla riunione di Orfini.
“In ogni caso saremmo costretti a pagare un’alleanza con un sacco di collegi; se Conte scappa, non resterebbero che Renzi e Calenda”, per questo il Pd deve fare di tutto per cambiare legge elettorale, voglia o non voglia Letta, che avrà comunque compreso il messaggio: le correnti sono tornate più forti di prima nel Pd.