L’epatite acuta pediatrica agita la Lombardia, che registra 9 casi totali, con due situazioni in corso di segnalazione e valutazione. A tracciare il quadro è la vicepresidente regionale Letizia Moratti, che ha risposto in Consiglio regionale a un’interrogazione del consigliere Gregorio Mammì.

Per quanto riguarda la distribuzione dei casi finora riscontrati, 2 si registrano all’Ats Milano, 2 all’Ats Insubria, 2 all’Ats Brescia e 3 all’Ats Bergamo. Sette di loro sono bambini nella fascia d’età compresa fino a 4 anni, uno ha invece dovuto subire il trapianto di fegato. Gli altri invece, non destano al momento gravi preoccupazioni.

Moratti sull’epatiti pediatriche in Lombardia: “Continua la sorveglianza”

L’assessore al welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, riferisce a Palazzo Lombardia la situazione relativa alla diffusione delle epatiti pediatriche:

Al momento è in atto una sorveglianza epidemiologica volta ad ottimizzare la scoperta di eventuali nuovi casi di epatite acuta nella popolazione pediatrica. La rete dei laboratori ospedalieri ha definito un protocollo per effettuare gli accertamenti“.

Tutti gli ospedali lombardi sono in grado di eseguire gli esami di primo livello per escludere le cause più comuni di infezione al fegato. Il gruppo di lavoro ha stabilito una serie di parametri di laboratorio in caso di sospetta epatite, tra cui l’identificazione degli adenovirus. Per le analisi specifiche, i laboratori stanno facendo rete per rispondere in maniera efficace alla richiesta di sorveglianza del ministero della Salute“.

Moratti ha infine precisato che è in corso una standardizzazione delle tempistiche e delle modalità di esecuzione degli esami e di raccolta di materiale biologico. A coordinare il lavoro è il centro di virologia di Pavia, d’intesa con l’unità di malattie infettive della fondazione Irccs Policlinico di Milano.

Al momento, non essendo nota la causa delle insufficienze epatiche osservate, non esistono terapie eziologiche di documentata efficacia terapeutica. Tuttavia, la rete pediatrica, la rete infettivologica e la rete trapiantologica sono state attivate al fine di poter prontamente intervenire soprattutto nei casi più gravi