Assenza lavoratori stagionali. Bar e ristoranti, con l’arrivo della bella stagione, faticano a reperire lavoratori stagionali. Gli imprenditori delle attività del turismo puntano il dito contro il reddito di cittadinanza.
Assenza lavoratori stagionali
Domitilla, lavoratrice stagionale che lavora in un campeggio a Jesolo, ha commentato la questione ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuele Valente su Radio Cusano Campus. “Io faccio parte di un gruppo dei Lavoratori stagionali Naspi su facebook, abbiamo migliaia di persone che ci espongono le loro problematiche -ha affermato Domitilla-. Dobbiamo sfatare innanzitutto questa storia del reddito di cittadinanza. Bisogna analizzare la situazione nella sua completezza. E’ vero che dopo 2 anni di pandemia forse qualche stagionale in più è riuscito a percepire il reddito di cittadinanza, però visti i parametri è difficile che la gran parte degli stagionali possa avere i requisiti per percepire il reddito. Purtroppo gli imprenditori sono strozzati dalle tassse, cercano di scaricare sul lavoratore facendo contratti a chiamata. Non fanno contratti regolari come invece affermano. Noi ne vediamo e ne sentiamo di queste cose. Parlano di straordinari, non c’è giorno di riposo, per cui il contratto a norma come dicono i giornalisti non è proprio così a norma. All’estero i lavoratori stagionali sono dei veri e propri professionisti e trattati come tali. E poi in questi ultimi anni molti datori di lavori hanno smesso di offrire vitto e alloggio”.
Le soluzioni
“La soluzione è nelle mani nello Stato: abbassare le tasse e il costo del lavoro, incentivare le assunzioni, vigilare sui contratti di lavoro e creare un albo dei lavoratori stagionali” ha concluso Domitilla.