Rivoluzione nell’organizzazione delle visite nelle carceri italiane. Da ora basta un clic per poter prenotare il colloquio con un carcerato, aggirando così tantissime difficoltà legate alla burocrazia prima necessarie. Per facilitare l’arrivo dei parenti dei carcerati, sono stati organizzati degli specifici autobus.
L’idea di agevolare la visita dei parenti in carcere
Bruno Palamara è un ragazzo che per quattro anni è stato in carcere. Una volta uscito, oltre a promettersi di non tornarci mai più, ha giurato di trovare un modo per facilitare le visite dei parenti ai carcerati. Le visite infatti, sono spesso rese difficili dalla burocrazia.
Nasce così l’idea del “41 Bus”, un servizio di trasporti pensato proprio per i parenti dei carcerati.
“Spesso gli istituti di pena sono fuori dai centri abitati e raggiungerli non è facile. Pensiamo a chi deve raggiungere Opera dalla stazione centrale. Spesso si prende un taxi che, tra andata e ritorno, può costare anche 100 euro. In tanti invece vanno a piedi, e li si può vedere carichi di pacchi fuori dal carcere dopo questa sorta di pellegrinaggio. Altrimenti, come è indicato sul sito del Ministero della Giustizia, si devono fare 9 fermate di metro, prendendo poi un tram per altre 10 fermate e poi un bus con 7 fermate”.
Palamara ha poi spiegato: “Col sito che lanceremo tra un paio di settimane, diamo la possibilità di iscriversi al colloquio con un link che rimanda a quelli ufficiali dell’amministrazione penitenziaria, di prenotare un treno o un aereo per Malpensa o per Centrale e poi mettiamo a disposizione una navetta, a prezzo modico, che ti accompagna a Opera o Voghera, dove io sono stato recluso, le prime carceri da cui parte la sperimentazione”