La Corte suprema americana medita l’annullamento della legge sul diritto all’aborto per le donne. L’indiscrezione arriva dalla testata Politico, a partire bozza redatta dal giudice Samuel Alito. Di seguito un estratto pubblicato dal tabloid Usa:
“Riteniamo che la sentenza ‘Roe vs Casey’ debba essere annullata. Roe era nel torto fin dal principio: è tempo di dare ascolto alla Costituzione e restituire la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo“.
Se si dovesse andare fino in fondo verrebbe sovvertita la storica sentenza del 1973 nel caso “Roe vs Wade”, che segnò il primo precedente sul diritto all’aborto. Successivamente una nuova decisione federale, nel 1992, integrò nuovamente la tutela costituzionale.
The Supreme Court has voted to strike down Roe v. Wade, according to an initial draft majority opinion written by Justice Samuel Alito and obtained by POLITICO.
“We hold that Roe and Casey must be overruled,” Alito writes. https://t.co/nl3JFLx9xg
— POLITICO (@politico) May 3, 2022
Diritto aborto negli Usa, lo storico
Il tema del diritto all’aborto risulta particolarmente sentito negli Usa. Infatti, anche dopo la sentenza del 1973, il movimento “anti-choice”, contrario alla decisione, rimase attivo nel tentativo di limitare il più possibile i casi di successo. Dopo cinquant’anni l’argomento è ugualmente divisivo nell’opinione pubblica americana.
C’è chi sostiene che la legge sul diritto all’aborto fosse stata approvata per completare un percorso di riforme iniziato circa un decennio prima. Un’autorizzazione che rientrava in una fase di ribellione sociale del Paese. Come interpretare dunque il dietrofront alla luce della situazione attuale? La sfumatura politica è rappresentata dalla maggioranza repubblicana, favorevole all’abrogazione, che potrebbe prendere il sopravvento al Congresso. In tal modo Camera e Senato andrebbero a incidere fortemente in senso contrario rispetto alle posizioni di Joe Biden.
Il polso attuale del popolo non sembra tuttavia andare in questa direzione. I sondaggi in materia parlano di un 69% convinto che la legge sul diritto all’aborto non debba essere abolita. A loro si aggiunge il 29% che sostiene che invece vada superata. Non solo, ma il divario si fa più schiacciante nella pletora di casi in cui è concesso interrompere la gravidanza. Quel che è certo è che la decisione di milioni di donne sarà in mano una ristretta élite di nove membri. La composizione a maggioranza repubblicana potrebbe essere determinante.