A pochi giorni dalla nuova richiesta di pace in Ucraina, Papa Francesco torna sull’argomento in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. Nel dialogo con il direttore Fontana e la vicedirettrice Sarzanini, Bergoglio rilancia l’intenzione di andare a Mosca per parlare direttamente con Vladimir Putin.

Ho chiesto al cardinale Parolin di recapitare a Putin il messaggio che io sono disposto ad andare a Mosca. Per farlo era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestra temporale, al momento non abbiamo ancora avuto risposta. Insisteremo ancora anche se temo che Putin non possa e non voglia tenere un incontro in questa fase“.

Papa Francesco al Corriere: “Le guerre utili per provare le armi”

Durante l’intervista Francesco racconta come ha vissuto personalmente i due mesi del conflitto e quanto si sia speso in prima persona per fermare l’orrore:

Il primo giorno di guerra ho chiamato il presidente ucraino Zelensky, Putin, invece, ho preferito non contattarlo. Ho voluto fare un gesto chiaro e per questo sono andato dall’ambasciatore russo. Gli ho chiesto di fermarsi, come si può perpetrare tanta brutalità?“.

Poi un altro passaggio chiave sull’escalation militare a cui stiamo assistendo negli ultimi giorni:

Non so se l’ira di Putin sia stata provocata dalla Nato, ma forse è stata facilitata. La corsa agli armamenti? Non so rispondere all’interrogativo se sia giusto o meno rifornire gli ucraini. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto“.

Infine, il Pontefice esclude una visita imminente a Kiev, considerata meno urgente:

Io sento che prima di tutto devo andare a Mosca, la priorità è incontrare Putin. Orban? Quando l’ho incontrato mi ha detto che i russi hanno un piano, che il 9 maggio finirà tutto. Spero che abbia ragione, perché adesso non c’è in ballo solo il Donbass. Ci sono la Crimea, Odessa, il Mar Nero, tutto quanto. Io sono pessimista, ma dobbiamo fare ogni gesto possibile perché la guerra si fermi“.