La notizia di giornata in ambito automobilistico è l’annuncio ufficiale dell’ingresso del gruppo Volkswagen in Formula 1. A comunicarlo è il CEO del colosso tedesco, Herbert Diess, il quale specifica che i marchi interessati sono Audi e Porsche. Ancor più nel dettaglio si tratta di una partecipazione esclusivamente motoristica, nonostante non si sappia se ci sono in ballo da ora collaborazioni con alcune scuderie. Per quanto concerne un’ipotesi di ingresso, si parla del 2026.
“Volkswagen non entra in Formula 1. Non è un marchio adatto e non parteciperà”, ha tenuto subito a precisare il CEO del Gruppo Volkswagen. Posso però dire che i marchi premium hanno deciso di entrare in Formula 1 con il nostro sostegno. Per quanto riguarda Porsche, il progetto è già relativamente concreto. Per quanto riguarda Audi, invece, non ancora così tanto“.
?Dialogue with Diess: #VWGroup CEO @Herbert_Diess answers questions from citizens of Wolfsburg about our big transformation, #Formula1, the future project #Trinity & more!
? Today, 10:00 a.m.
? Tune on YouTube: https://t.co/DMQ0BJmEea
ℹ️ The live-talk will be in German. pic.twitter.com/dSF3US3Jn0
— Volkswagen Group (@VWGroup) May 2, 2022
Il gruppo Volkswagen in Formula 1, mercato più attrattivo
Herbert Diess ha tenuto una conferenza stampa alquanto prolissa per annunciare l’ingresso del gruppo Volkswagen nel Circus della Formula 1. Una lungaggine che però ha il suo fondamento nei tanti motivi che hanno spinto il gigante delle automobili a fare questo passo. Il principale merito che il CEO tedesco tiene a sottolineare va ascritto a Liberty Media, il nuovo proprietario del marchio F1.
“Prima di tutto, bisogna dire che la Formula 1 si sta sviluppando in modo estremamente positivo in tutto il mondo. Anche negli Stati Uniti è in atto un processo di marketing e branding che sta sviluppando rapidamente il mercato. Anche L’Asia sta crescendo significativamente, compresi i giovani che la seguono. Nel mondo sportivo e del motorsport, la Formula 1 ha un ruolo assolutamente centrale. Giusto investirvi“.
Il timing d’inserimento è un fattore chiave. L’organizzazione del circus incentiva l’ingresso di nuovi soggetti attraverso un cambiamento positivo del regolamento:
“Inoltre, hai bisogno di cinque o dieci anni per poter essere tra i primi. In altre parole, puoi salire a bordo solo se c’è un grande cambiamento di regole. Questo sta arrivando ora, verso il 2026, quando i motori saranno elettrificati in misura molto maggiore. Questo significa che hai bisogno di un nuovo sviluppo del motore. E ci vogliono tre o quattro anni per sviluppare un nuovo motore. Questo significa che si può decidere ora di guidare la Formula 1.”
Porsche e Audi, joint-venture per un re-branding
La scelta di coinvolgere nel progetto due marchi del gruppo, quali Porsche e Audi, significa creare una sinergia che sia vincente per entrambi. Diversificate nella strategia, nel posizionamento e nella clientela, potrebbero trovare nella Formula 1 un comune denominatore per incrementare l’appeal
“Porsche porta 4 miliardi di euro all’anno e dovrebbe continuare a farlo in futuro. Per questo il marchio ha bisogno di carisma, visibilità, appeal. Porsche deve essere il marchio di auto più sportivo al mondo. Porsche deve fare motorsport e la cosa più efficiente è fare la Formula 1“.
“Per ciò che riguarda Audi ha meno appeal. Ma se ha successo contro Daimler (Mercedes), cosa che può fare collaborando con un team, può trarre enorme profitto dal suo impegno nel Circus iridato. Inoltre Audi vuole costruire 3 milioni di veicoli entro il 2030, vuole riposizionarsi nei segmenti più alti“.