Era il 1° maggio 1994 quando la Formula 1 e tutti gli appassionati perdevano Ayrton Senna. Sono passati 28 anni da quel drammatico Gran Premio di San Marino in cui il pilota brasiliano perdeva la vita in un incredibile incidente. Nato a San Paolo il 21 marzo del 1960, Senna si laureò tre volte campione del mondo nel 1988, 1990 e 1991, sempre al volante della McLaren.
Ayrton Senna e l’incidente
Il 1° maggio di 28 anni fa si disputava nel campionato di Formula 1 il Gran Premio di San Marino sul circuito di Imola. Una gara che era già stata funestata da diversi incidenti: il primo, e meno grave, fu quello accaduto ad un altro pilota brasiliano, Rubens Barrichello, che nelle prove libere di venerdì si era schiantato con un doppio ribaltamento alla curva Variante Bassa, a causa del cedimento della sospensione posteriore sinistra. Il secondo incidente, nelle prove ufficiali vide il pilota Roland Ratzenberger perdere il controllo della sua Simtek e schiantarsi fatalmente (il pilota riportò una frattura alla base cranica) fra la curva Gilles Villeneuve e la precedente Tamburello. E proprio la Tamburello fu la curva fatale anche per Ayrton Senna: nel corso del 7° giro del Gran Premio il cedimento del piantone dello sterzo portano fuori pista la Williams guidata da Senna. Nello schianto, il puntone della sospensione anteriore destra trafisse il casco del pilota, causandogli lo sfondamento della regione temporale destra. Ayrton Senna, nonostante il pronto intervento medico e il trasporto in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna, morì a circa 4 ore e mezza di distanza dallo schianto. Erano le 18.40.
La modifica alla vettura
L’incidente al campione brasiliano fu causato da una modifica effettuata dalla scuderia al piantone dello sterzo: per evitare che le nocche di Senna toccassero alla guida la carrozzeria, e su richiesta dello stesso pilota, che aveva chiesto maggiore visibilità della strumentazione della monoposto, il team della Williams aveva allungato il piantone dello sterzo, effettuando una saldatura manuale. Saldatura che si rivelò insufficiente per le sollecitazioni di gara e cedette, lasciando Ayrton Senna passeggero della sua, oramai ingovernabile, monoposto. La sua vettura si schiantò contro le barriere a fortissima velocità, anche a causa di una parte di asfalto coperta di erba che lanciò in aria la macchina di Senna. Nello schianto, il puntone della sospensione fu scaraventato contro il casco, penetrandolo.