Dall’inizio della guerra a oggi sono ben sei gli oligarchi russi suicidi: personaggi fondamentali nell’economia della Russia, tutti accomunati dal giallo che circonda le loro morti. La Cnn svela le identità dei magnati morti e cerca di risolvere il mistero intorno alla loro scomparsa.

Oligarchi russi, chi sono i sei suicidi

Come riporta l’emittente televisiva statunitense, dal 30 gennaio (un mese prima dell’inizio dell’invasione) a oggi sono sei gli oligarchi russi suicidi: il primo è Leonid Shulman, dirigente del colosso del gas russo Gazprom, trovato senza vita nella sua abitazione di Lenisky. Vicino al corpo è stato rivenuto il biglietto con su scritto il motivo del gesto, un dolore insopportabile alla gamba dovuto a una ferita rimediata a Capodanno.

Il 25 febbraio – il giorno dopo l’inizio della guerra – è la volta di Alexander Tyulyakov, anche vicepresidente Gazprom e abitante dello stesso quartiere del suo collega: trovato impiccato nel suo garage, non si conosco i motivi del suicidio. Tre giorni dopo è Mikhail Watford, classico oligarca arricchitosi grazie al gas e al petrolio: trovato morto nella sua residenza nel Surrey, in Inghilterra, dove gli inquirenti britannici hanno aperto un’inchiesta visto che non credono alla teoria del suicidio.

Il quarto oligarca suicida è Vasily Melnikov, uomo d’affari nell’ambito delle attrezzature mediche dove la sua società (la Medstom) è entrata in una grave crisi economica dopo le sanzioni contro la Russia. Melnikov è stato trovato morto insieme a moglie e figli nel suo appartamento a Nizhny Novgorod: tutti sono morti per delle coltellate, con gli inquirenti che ipotizzano un omicidio-suicidio.

Protosenya e Avayev, gli ultimi due suicidi sospetti 

Tra il 19 e il 20 aprile giunge la notizia di altri due oligarchi russi suicidi: il primo è Sergey Protosenya, ex vicepresidente di Novatek, trovato impiccato in giardino nella sua residenza di Lloret de Mar dove sono stati rivenuti i corpi della moglie e della figlia. La polizia spagnola deduce che l’uomo abbia ucciso le due donne a colpi d’ascia prima di togliersi la vita.

72 ore prima della scomparsa di Protosenya, l’ex vicepresidente di Gazprombank Vladislav Avayev muore a Mosca: Avayev, molto vicino a Putin, si sparato dopo aver ucciso la sua famiglia. Tutte morti che, però, destano molti sospetti.

 

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