Il raid missilistico di giovedì sera a Kiev ha ucciso Vera Girich, giornalista di Radio Svoboda (Radio Libertà in italiano, finanziata dagli Stati Uniti). Uno dei cinque missili che hanno squarciato il cielo della capitale ucraina ha colpito il palazzo residenziale in cui la dissidente di Putin viveva. La donna aveva 55 anni.
“Очень тяжело осознавать, что Веры больше нет, – говорит директор Украинской службы Радио Свобода Марьяна Драч. Соболезнования выразили Русская служба Радио Свобода, Президент Радио Свободная Европа/Радио Свобода Джейми Флай, Посольство США в Украине.https://t.co/g8ykYKSbHS
— Радио Свобода (@SvobodaRadio) April 29, 2022
Morte di Vera Girich, i racconti dei sopravvissuti
Non si è ancora compreso quale fosse l’obiettivo dei russi nel raid missilistico che portato alla scomparsa di Vera Girich. L’ipotesi iniziale prevedeva una minaccia diretta al segretario Onu Guterres, che in quel momento si trovava a Kiev per parlare con il premier Zelensky. Oppure un messaggio al Regno Unito, la cui ambasciata si trova nei pressi del palazzo abbattuto.
Il bollettino dell’attacco parla di 10 feriti, di cui 4 ricoverati negli ospedali della città. Vera è l’unica vittima e si trova nella propria abitazione al momento dell’esplosione, che ha riguardato soprattutto i piani inferiori del complesso residenziale, in parte disabitato. I coinquilini sopravvissuti descrivono così l’accaduto:
“Eravamo appena tornati a casa, abbiamo chiuso la porta e sentito due esplosioni. Siamo stati fortunati perché le nostre finestre affacciano sul retro. Ce ne siamo andati, ma senza panico. La Russia vuole spaventarci, e noi non vogliamo dargliela vinta. E’ solo l’inizio, la situazione qui peggiorerà“.
Il sindaco di Kiev Vitali Klitsckho ha immediatamente condannato l’episodio, e le autorità locali invitano la popolazione sfollata a non fare ritorno nella capitale. Inoltre la Russia rivendica anche l’attacco missilistico di Fastiv, un importante nodo ferroviario a a ovest della capitale. Qui sono stati presi di mira gli stabilimenti per la produzione di missili dell’azienda spaziale Artiom, considerati un obiettivo militare. I danni alle strutture sarebbero tuttavia minimi.