I Maneskin a Verona hanno semplicemente spaccato. Il loro concerto di ieri, ovviamente tutto esaurito, è stato, a detta di chi c’era, “epico”. Non poteva esserci miglior ritorno in Italia per il gruppo di Monteverde (quartiere di Roma) che ormai passeggia per il mondo come una navigata rock band di successo. Dalle giacche di Damiano agli assoli di Victoria, tutto è stato pensato ed ideato per restare impresso nelle memorie e nei cuori degli spettatori. E della storia della musica rock. Con buona pace di ancora cerca di sminuire un fenomeno che ormai è inarrestabile.
Maneskin a Verona, il racconto dei critici
Entusiasti anche i molti giornalisti musicali presenti al live che così narrano l’evento:
“Sul palco Damiano è il protagonista (due cambi d’abito), ma gli altri si dividono la scena da attori ormai rodati, come se stessero in scena da una vita. “Vi siamo mancati? Siamo stati in America a scrivere canzoni pazzesche”, ha detto Damiano a metà serata. Insomma, uno dei concerti dell’anno. Partenza con ”Zitti e buoni”, ci mancherebbe: “Siamo fuori di testa ma diversi da loro” urla tutto il pubblico quasi fosse una liberazione. Di certo i suoni all’Arena di Verona sono in netta controtendenza rispetto a ciò che si sta ascoltando in radio o nelle principali playlist di Spotify. Rock suonato da chitarra, basso, batteria e voce. Niente tecnologia. Zero autotune.”
Nel pubblico c’era anche “un certo” Zucchero, che ha seguito tutto lo show e lo ha apprezzato moltissimo.
La marcia in più
Non solo sound e grinta ma vera e propria eleganza del cantante dei Maneskin:
“Quando suonano “I wanna be your dog” (cover degli Stooges di Iggy Pop) la platea è quasi muta di fronte a tanta violenza sonora. Damiano si muove come Iggy, quasi mima un amplesso sul palco mentre Ethan alla batteria non perde un colpo. Forza protopunk. Non a caso subito dopo arriva “I wanna be your slave”, che in una versione ha pure il feat. Dello stesso Iggy. Potrebbe essere il segnale di una rinascita del rock, o per lo meno dell’attitudine rock, ossia della volontà di essere dritti, immediati, empatici. “Sticazzi della musica nuova”, ha urlato Damiano dopo aver cantato “Amandoti” con Manuel Agnelli in Tshirt e chiodo di pelle. “Quando siamo usciti da X Factor nel 2017, ci criticavano perché facevamo soltanto cover. E io ora dico: ”Grazie a dio”. Però la forza della musica si accompagna a quella delle parole.”
La replica al Coachella Festival
Repetita iuvant e così i Maneskin a Verona hanno ripetuto l’intervento appena fatto al Coachella Festival:
“Noi abbiamo la grande fortuna di fare questo lavoro però ci sono dei momenti in cui dobbiamo usare il nostro privilegio per aiutare chi non ce l’ha. A proposito di questo c’è un discorso fatto tanto tempo fa dal mitico Charlie Chaplin nel Dittatore”. E lo recita in inglese: “Mi dispiace ma io non voglio fare l’imperatore, non voglio governare né conquistare nessuno…”. Un riferimento chiarissimo alla guerra in Ucraina e, non a caso, sventola una bandiera blu e e gialla. “Maneskin, Maneskin”, urla il pubblico in platea. E si sentono le urla pure di chi è rimasto fuori e ascolta attaccato alla transenne.”
La parte romantica
Se le emozioni arrivano dai contrasti, contrasti non mancano nella discografia dei Maneskin:
“Silenzio e lacrime quando c’è l’accoppiata “Torna a casa” e “Vent’anni” in versione acustica: “Non l’abbiamo mai provata prima” dice Damiano. Esame superato. Durante ‘Lividi sui gomiti’ la band chiama qualche decina di fan sul palco. Per loro dovrebbe essere uno dei momenti topici del concerto di fianco ai loro idoli, un momento da godere con gli occhi. E invece la maggior parte si concentra sullo smartphone e mitraglia stories su Instagram.”
I Maneskin a Verona sono già storia: ora la band è pronta a continuare il tour mondiale e a pubblicare musica nuova.
Ecco il video di “Mamma mia” dei Mankesin: