Covid Cina. La variante Omicron BA si sta diffondendo anche nella capitale cinese. Le autorità hanno annunciato l’avvio di tre cicli di test di massa sui residenti in quell’area e si rischia una nuova Shanghai. Proprio a Shanghai si trova Andrea Rumere, chef italiano, che ha raccontato la situazione ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus.
Covid Cina
“Sono sempre chiuso qui in casa dal 1 aprile -ha raccontato Andrea-. Dovevano farci almeno scendere giù nel palazzo ieri, solo che è spuntato un nuovo positivo quindi è ripartito un’altra volta il conteggio dei 14 giorni (7 giorni chiusi in casa + gli altri 7 per poter scendere nel cortile sotto casa). Sto sentendo in giro che questa potrebbe essere una tattica perché ogni volta che si avvicina il sesto-settimo giorno ti dicono che c’è un altro positivo. Psicologicamente questo ti distrugge. E’ già la terza volta che mi capita e sempre al sesto-settimo giorno e non parlo solo del mio caso. Ci sono altri casi identici in altre zone di Shanghai.
Sulla costruzione delle reti
“Stanno montando delle reti perchè vogliono arrivare anche loro alla fine di questo lockdown il prima possibile. Si parla di suicidi, di persone con ansia e attacchi di panico. Secondo me stanno montando le reti nei condomini da 3-4 piani dove le persone sono direttamente su strada, per contenere queste persone positive una volta aperto. Le reti vengono posizionate all’ingresso del portone di case in quelle abitazioni che danno direttamente su strada. Prima c’erano le catene e i lucchetti attaccati a queste porte, ora ci sono le reti per poter ricevere la merce o prendere una boccata d’aria. Siamo passati dai lucchetti alle gabbie, ma alla fine della fiera il concetto è lo stesso”.
Sui viveri
“Ieri ho ricevuto finalmente un pacco con un po’ di roba da mangiare, però per una settimana ho mangiato un pasto al giorno per cercare di razionare il cibo. Il pacco del governo è molto esiguo, i negozianti hanno tantissimi ordini da smaltire e si sta creando anche un mercato nero del cibo”.
Sulla lettera scritta a Draghi
“Il Consolato mi chiama per sapere come sto, lo fa anche con altri connazionali, però purtroppo non possono far nulla. Oggi mi hanno detto addirittura che non hanno fatto uscire un ragazzo italiano che aveva un biglietto aereo per oggi, perché nel suo palazzo c’era un positivo. Mi hanno detto che ci sono i voli che partono dalla Cina per l’Europa, però non sono voli organizzati dal governo. Se il personale addetto alla gestione del palazzo non ti fa uscire c’è poco da fare. Quindi non è una cosa tra governi, è una cosa da portinai, sono loro che gestiscono tutto. Mi hanno detto che potrei andare a Nanchino dalla mia famiglia, ma prima serve l’autorizzazione e Nanchino non l’ha data”.