“Il rischio è che da questa riforma esca una giustizia conformista che non vada più incontro ai diritti che evolvono seguendo i bisogni dei cittadini che cambiano”. È questo il pericolo che Ciro Cascone, capo della Procura dei Minori di Milano, vede in uno dei punti discussi nella riforma della giustizia.
Le critiche di Ciro Cascone
“Disegnano un modello aziendalista in cui viene premiato il magistrato che non rischia per paura di essere smentito dagli altri gradi di giustizia e, quindi, di essere valutato male”.
È questa la paura di Cascone per quanto riguarda il punto discusso riguardo la valutazione dei magistrati. Cascone ha poi continuato:
“Spesso la Cassazione cambia orientamento quando lo fanno i giudici di primo o secondo grado, ma chi avrà voglia ora di rischiare di essere bocciato all’ultimo grado di giudizio? Così si rischia di fare dei magistrati dei burocrati, dei bravi soldatini, che vogliono essere premiati. Sappiamo poi che in un procedimento giudiziario dall’inizio alla fine intervengono una ventina di magistrati. Siamo sicuri che sia proprio l’ultimo ad avere detto la parola giusta? Noi magistrati rendiamo un servizio, non vendiamo un prodotto. La nostra bravura non si misura su come i provvedimenti reggono nei gradi successivi. Questa è una riforma della magistratura, non della giustizia. Non risolve i veri problemi a cominciare dalla mancanza di del personale. L’ufficio del Processo? E’ un pannicello caldo, che non inserisce personale in modo stabile”
Continuano le dure critiche di Ciro Cascone, che ha affermato anche che “chi ha scritto la riforma non ha in mente cosa succede nei palazzi di giustizia. Si dice che al pomeriggio siano vuoti, ma non è vero, noi magistrati ci siamo, non ci sono invece i cancellieri e senza di loro i provvedimenti non possono essere eseguiti”