La Transnistria, da giorni, è al centro delle discussioni internazionali. La regione separatista filorussa della Moldavia, vicino al confine con l’Ucraina, è passata agli oneri della cronaca per le esplosioni che hanno interessato l’edificio che ospita il Ministero della Sicurezza di Tiraspol. Quello che, però, non torna alla Moldavia è l’origine e la responsabilità di queste esplosioni. Le granate usate, infatti, sono a disposizione dell’esercito della Transnistria, del Gabon e della Russia.

Cosa c’è dietro le esplosioni di Tiraspol?

L’opinione maggiormente condivisa tra gli osservatori del conflitto è che, dietro queste esplosioni ci sia proprio la Russia. Gli attentati, infatti, sarebbero serviti come motivazione per creare un potenziale pretesto che possa giustificare una futura invasione russa in Moldavia. Teoria sposata anche dallo stesso governo moldavo che, tramite il viceministro dell’Interno, Sergiu Diaconu, in un intervista rilasciata al New York Times, ha dichiarato che le esplosioni sono avvenute vicino a degli edifici inutilizzati e vuoti. Inoltre, le granate utilizzate, sono in dotazione a soli tre eserciti, quello della Transnistria, appunto, quello del Gabon e quello russo. E proprio in merito è intervenuto, in modo ironico, lo stesso Diaconu, dichiarando “Non credo ci sia dietro il Gabon”.

Le esplosioni, tra le altre cose, sono avvenute a seguito delle dichiarazioni di venerdì scorso del generale russo Rustam Minnekayev, il quale aveva parlato della possibilità di conquistare il Donbass e tutto il sud dell’Ucraina, compresa la città di Odessa. Minnekayev aveva parlato anche della Transnistria, dichiarando l’esplicita possibilità di conquistare anche le zone confinanti con la regione stessa, dove “ci sono prove che la popolazione russofona sia perseguitata.” Secondo diversi analisti, quindi, la Moldavia potrebbe essere il prossimo obiettivo. La presidente Maia Sandu, però, ha dichiarato che il Paese farà tutto il possibile per evitare una escalation.