Il braccio di ferro economico tra Russia e Unione Europea (Ue) entra nel vivo dopo la comunicazione di Gazprom dell’interruzione delle forniture di gas in Polonia e Bulgaria. La mossa del Cremlino, accentuata successivamente da alcune fake news sul pagamento in rubli, potrebbe provocare un’accelerazione del Vecchio Continente verso l’embargo totale.
A commentare lo stop di Mosca all’esportazione di gas sono Ursula von der Leyen e Roberta Metsola, mentre si attendono sviluppi in vista dei prossimi summit a Bruxelles. Data chiave in tal senso sarà il prossimo 2 maggio, quando si riuniranno i ministeri dell’Energia dei 27 Paesi rappresentanti.
Stop gas russo a Polonia e Bulgaria, von der Leyen: “Provocazione, risposta immediata” – Il Sole 24 ORE https://t.co/txllz2qkkD pic.twitter.com/LE8g5A1E8q
— IlSole24ORE (@sole24ore) April 27, 2022
L’Ue spinge per l’embargo totale del gas russo
Il primo passo compiuto dalla Russia potrebbe portare a una serie di botta-risposta sul gas che fino a questo momento erano stati solo ipotizzati dall’Ue. Il prossimo pacchetto di sanzioni sembra dunque destinato a riguardare esclusivamente l’importazione di gas e si fa sempre più strada l’idea di un totale embargo dalla dipendenza russa dell’oro nero. A dirlo è Ursula von der Leyen, capo della Commissione Ue:
“L’Europa non cederà ai ricatti di Mosca, la nostra risposta sarà immediata, unita e coordinata. Polonia e Bulgaria stanno ricevendo gas dai loro vicini europei“.
Sulla stessa lunghezza d’onda Roberta Metsola, leader del Parlamento Ue:
“Non abbiamo paura di Putin. Polonia, Bulgaria e gli altri Stati presi di mira troveranno il nostro totale sostegno. Il Parlamento europeo chiede l’immediato embargo paneuropeo sulle forniture energetiche erogate dal Cremlino. È ora di tagliare le nostre dipendenze dagli autocrati una volta per tutte“.
La questione si è poi infuocata all’annuncio da parte di Gazprombank in merito al pagamento in rubli di quattro paesi europei. Nel mirino Austria e Germania, direttamente citate dalla Tass. Immediata e secca la smentita degli interessati, che hanno affermato di continuare a pagare il gas russo con la valuta europea. Infine, per quanto riguarda la Bulgaria, sarà la Grecia a sostenere il paese più dipendente dalle importazioni di gas.