Terza guerra mondiale, Paragone teme escalation. Il senatore e fondatore di Italexit descrive il suo stato d’animo attraverso in questo modo: “Le notizie che provengono sul fronte della guerra in Ucraina sono preoccupanti, con la crescita delle tensioni fra Russia e Nato e la decisione sovietica di sospendere le forniture di gas a Polonia e Bulgaria se non pagheranno la materia prima in rubli”.
Terza guerra mondiale, Paragone teme escalation
“Questa escalation testimonia ancora una volta il fallimento delle politiche della Ue – con la Germania che si smarca riguardo alle sanzioni sul gas russo – e, sul fronte interno, il fallimento del governo Draghi.” Cosi il fondatore del movimento che critica l’impianto politico dell’Europa affonda il colpo sul Premier per poi ricordare alcune caratteristiche geopolitiche dell’Italia, che secondo Paragone ha sempre fondato “sulla diplomazia italiana è sempre stata un vanto del nostro Paese, dobbiamo essere fautori del dialogo e non accodarci acriticamente alle decisioni altrui. Le sanzioni contro la Russia si sono dimostrate inefficaci e, anzi, si ritorcono contro chi le ha decise.”
Terza guerra mondiale: l’invio delle armi e i suoi rischi
L’annunciato invio di armi pesanti in Ucraina – prosegue Paragone – non fa che acuire il conflitto, con drammatiche conseguenze per la popolazione civile e con rischi enormi per la pace mondiale. Chiediamo che Mario Draghi si rechi immediatamente in Parlamento, già troppe volte esautorato dalle sue funzioni, per spiegare quale linea intenda adottare il governo sulla questione Ucraina e per ribadire ancora una volta la nostra urgente richiesta di soluzioni diplomatiche”.
Il gas si paga in rubli
Intanto Bloomberg annuncia, citando una fonte “vicina a Gazprom” che “quattro acquirenti europei di gas russo hanno già pagato in rubli le forniture a Gazprom e in totale 10 Paesi hanno finora aperto i conti speciali presso Gazprombank necessari per assecondare le condizioni di Mosca di pagare in valuta locale. “
I paesi ostili
In totale, l’elenco degli acquirenti di gas russo nell’elenco dei Paesi considerati “ostili” da Mosca comprende 21 Stati tra cui anche l’Italia. Oggi, dopo lo stop dei flussi a Bulgaria e Polonia, il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, aveva esternato il suo parere favorevole rispetto all’interruzione delle forniture a tutti i Paesi non amici. Alcune situazioni si complicano, pensiamo a Polonia e Bulgaria che si sono rifiutate di saldare in rubli i pagamenti in scadenza lo scorso 26 aprile e per questa ragione le forniture ai due Paesi sono state sospese.