Il Capo di Stato Sergio Mattarella è intervenuto a Strasburgo parlando della situazione relativa alla guerra in Ucraina. Il discorso del Presidente della Repubblica è avvenuto prima della votazione per le azioni anti-russe da intraprendere contro Mosca.
L’apertura del discorso di Mattarella
Il discorso del presidente si è aperto in riferimento proprio alla situazione in Ucraina, parlando direttamente di ciò che la Russia sta facendo e delle proprie colpe.
“Non si può arretrare dalla trincea della difesa dei diritti umani e dei popoli. L’appello alla Federazione Russa è quello di fermarsi, ritirare le proprie truppe e contribuire alla ricostruzione di un Paese che ha devastato. Il compito della comunità internazionale riguarda proprio questo. L’aggressione della Russia all’Ucraina sollecita ancor di più la spinta all’unità dei Paesi e popoli europei che credono nella pace, nella democrazia, nel rispetto del diritto internazionale e nello Stato di diritto”.
“La Federazione Russa, con l’atroce invasione dell’Ucraina, ha scelto di collocarsi fuori dalle regole a cui aveva liberamente aderito, contribuendo ad applicarle. La responsabilità della sanzione adottata (l’esclusione del Consiglio d’Europa) ricade interamente sul Governo della Federazione Russa. Desidero aggiungere: non sul popolo russo, la cui cultura fa parte del patrimonio europeo e che si cerca colpevolmente di tenere all’oscuro di quanto realmente avviene in Ucraina.”
L’importanza di una sede internazionale
Il discorso è poi girato sull’importanza di una sede internazionale dove poter trovare la pace. Lo stesso Mattarella ha anche sottolineato l’importanza dei pacchetti di sanzioni e della posizione, in prima linea, dell’Italia. Non sono mancati gli esempi inerenti al post seconda guerra mondiale e alla creazione dell’Ocse.
“Prospettare una sede internazionale che rinnovi radici alla pace, che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, sull’esempio di quella Conferenza di Helsinki che portò, nel 1975, a un Atto finale foriero di positivi sviluppi. E di cui fu figlia la Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.”
“L’impianto sanzionatorio è pienamente operativo in Italia. Nel rispetto dei principi dello Stato dei diritto e dell’economia di libero mercato, che in Italia vigono e sono rispettate, le imprese in autonomia si regolano di conseguenza, così come avviene nei Paesi che hanno un’economia di mercato. La via di uscita appare, senza tema di smentita, soltanto quella della cooperazione e del ricorso alle istituzioni multilaterali. Sembrano giungere a questa conclusione anche quei Paesi che, pur avendo rifiutato sin qui di riconoscere la giurisdizione della Corte Penale Internazionale, ne invocano, invece, oggi, l’intervento, affinché vengano istruiti processi a carico dei responsabili di crimini. il registro della storia ci ricorda come stabilità e pace non siano garantite una volta per sempre. La pace non si impone automaticamente, da sola, ma è frutto della volontà degli uomini.”
Il Consiglio d’Europa
Infine il Presidente Mattarella si è soffermato sull’importanza della collaborazione per trovare un accordo di pace e affinché non si ripeta ciò che sta succedendo con l’Ucraina.
“Il Consiglio d’Europa è figlio di quella spinta al multilateralismo che caratterizzò gli anni successivi al Secondo conflitto mondiale, insieme al sistema delle Nazioni Unite. La collaborazione riduce la contrapposizione, contrasta la conflittualità, aumentando le possibilità di composizione positiva delle vertenze.”