Yara Gambirasio, il caso è chiuso. O forse no. C’è ancora la questione della revisione del dna di Ignoto 1 che la difesa di Massimo Bossetti continua a chiedere e a vedersi negata. Ne ha parlato l’avv. Claudio Salvagni, legale di Bossetti, nel corso della trasmissione “Crimini e criminologia” condotto da Fabio Camillacci su Cusano Italia Tv.

Yara Gambirasio, il dna

Riguardo alle due tracce di Dna a cui non è stata data importanza nel processo, l’avv. Salvagni ha dichiarato: “La risposta che è stata data in dibattimento è che la zona dove è stata individuata la traccia Ignoto 1 era maggiormente sensibile per quanto riguarda l’identificazione dell’ipotetico responsabile e anche perché poi, i guanti su cui sono state ritrovate queste tracce secondo gli inquirenti potevano essere facilmente riferibili alla commessa, piuttosto ad altri contatti che non erano così significativi. Loro si sono concentrati soltanto su ignoto 1 per la posizione in cui è stato trovato. Sono passati anni e la tecnologia ha fatto passi da gigante. Addirittura dalle provette vuote è possibile ricavare tracce di dna, Questo per dire che non solo la tecnologia è migliorata e consentirebbe di avere risultati precisi ma, soprattutto, alla luce del fatto che la difesa aveva evidenziato 271 anomalie su quel dna. Alla luce di queste anomalie perizia e contraddittorio sarebbero state il minimo. E’ l’unico caso in Italia in cui non solo non è stata rifatta la perizia, ma in cui i reperti sono stati distrutti. Qualche riflessione su questo si potrebbe aprire. Se si può fare una perizia che toglie ogni dubbio perché non farla? Questo è ciò che ha sempre chiesto Massimo Bossetti”.

Se i risultati del Dna fossero diversi…

“E’ assolutamente ovvio che nel momento in cui questi esami dessero risultati differenti e quindi quelle anomalie che noi abbiamo riscontrato venissero fuori, allora sarebbe un grandissimo assist o ancora meglio una palla sul dischetto del rigore a porta vuota –ha affermato Salvagni-. A quel punto diventerebbe automatica la richiesta di revisione per arrivare ad un sovvertimento della sentenza di condanna, dato che questa sentenza si fonda sul dna.e se quel dna lì è sbagliato la conclusione è che ignoto 1 non è Massimo Bossetti e quest’ultimo non può essere condannato all’ergastolo. Cadrebbe tutto il castello. E mi sembra proprio questo il motivo per cui non si è mai fatto questo esame, per paura che venisse fuori un risultato diverso da quella sorta di mantra che è stato ripetuto in tutti i gradi di giudizio e un eventuale esito contrario farebbe crollare tutto con una eco mondiale”.

Lo stato d’animo di Bossetti

Salvagni ha parlato anche dello stato d’animo di Massimo Bossetti in carcere. “Lui deve per forza restare ottimista -ha affermato Salvagni-, dice che non smetterà di lottare, che è una testa dura, un bergamasco e ha trovato degli avvocati che non intendono mollare un centimetro e lui è convinto che ce la faremo. Ciò fa disperare me e il mio team è sentire che il tempo passa e che si sta perdendo del tempo e che non si può aspettare. C’è un uomo in carcere che viene privato della libertà, che è una cosa tremenda. Se c’è un responsabile che deve scontare una pena, bene che questo sia stato individuato veramente al di là di ogni ragionevole dubbio. Se alcuni consulenti della stessa accusa hanno dei dubbi, beh forse questo processo meritava degli approfondimenti”.