Stop mascherine al chiuso dal primo maggio? Sarebbe troppo presto per Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.

Stop mascherine al chiuso dal 1 maggio?

Il governo deve ancora decidere, ma secondo la fondazione Gimbe sarebbe azzardato togliere le mascherine al chiuso già dal 1 maggio.  “Dopo il lungo plateau, con un tasso di positività dei tamponi che si è mantenuto oltre un mese sul 15%, adesso siamo a quasi al 18%, i casi stanno leggermente aumentando, erano sui 58mila casi al giorno, adesso tornati sui 16mila -ha affermato Cartabellotta-. Bisogna vedere cosa succede in queste settimane, qualcuno parla già di effetto Pasqua. Però una cosa è certa: siamo in una situazione di circolazione del virus molto alta. Quindi direi che serenamente possiamo mandare il green pass in pensione il primo maggio, ma le mascherine al chiuso ce le dobbiamo tenere ancora per un po’. Bisogna dire che ci sono diverse milioni di persone che non hanno ancora fatto la terza dose, quindi la campagna vaccinale non è finita”.

Situazione Covid in Cina

Cartabellotta ha parlato anche della situazione covid in Cina. “La strategia zero-covid in Cina sta azzerando l’economia, sta facendo precipitare le borse perchè è assolutamente irrealistica, oltre che va contro ogni evidenza scientifica -ha affermato Cartabellotta-. Loro hanno vaccinato, peraltro con un vaccino che sappiamo essere non particolarmente efficace, una quota della popolazione che dal punto di vista delle fasce d’età è inversa alle quote dei Paesi europei. Noi quando guardiamo i grafici vediamo gli ultraottantenni che raggiungono quasi il 100% e poi si va a scalare nelle fasce d’età più giovani. Loro hanno invece una situazione opposta: tantissime persone anziane non vaccinate che risentono dell’infezione e che non hanno fatto la terza dose. Dunque mantengono la strategia zero covid di inseguire il virus con i tamponi a tutta la popolazione, ma questo non ha senso perché abbiamo visto che Omicron è un virus estremamente contagioso, il più contagioso che la storia della medicina abbia mai conosciuto. E, in secondo luogo, questa strategia non ha senso perché è evidente che quando la muraglia vaccinale non è adeguata, inseguire con queste modalità il virus che crea più danno dal punto di vista economico e sociale che beneficio sanitario. Quindi assolutamente da bocciare questa strategia”.