Dopo due anni di restrizioni in Italia le persone sono scese nuovamente in piazza per celebrare il 25 aprile. A Milano, tuttavia, non sono mancati momenti di tensione con alcuni antagonisti della Nato che hanno protestato all’indirizzo del segretario PD Enrico Letta e della Brigata Ebraica. Diverse scritte anti-Draghi sono comparse inoltre su alcuni striscioni e in alcuni punti della città. In tutto, stima Roberto Cenati di Anpi Milano, si parla di 70mila partecipanti alla manifestazione.
Milano, piazza Duomo gremita per il #25aprile #FestadellaLiberazione pic.twitter.com/d7YFoO1yeJ
— Comune di Milano (@ComuneMI) April 25, 2022
25 Aprile Milano, presente anche una delegazione ucraina
Tra gli interventi durante la celebrazione del 25 aprile a Milano, anche Irina Yarmolenko, consigliera comunale di Bucha. La donna ha parlato in Duomo raccontando la testimonianza diretta dell’orrore più grande fin qui registrato nel conflitto in Ucraina:
“Sono qui partigiana con le mie armi, il mio discorso. Dal 24 febbraio non c’è più pace per nessuno in Europa, la mia città e Irpin sono state distrutte e chiediamo aiuto. Tutti siamo per la pace. Mentre cerchiamo di resistere al nemico, insegnanti e medici lavorano fra le bombe. Nei bunker i sindaci aiutando industriali e agricoltori nonostante il rumore dei missili. Le forze ucraine hanno bisogno di strumenti di protezione dei loro confini“.
Poi ecco salire il democratico Enrico Letta, bersagliato dalle contestazioni di un manipolo di dissidenti:
“Questa è casa nostra. La costituzione, l’antifascismo sono casa nostra. Qui a Milano c’è tanta Italia e noi vorremmo che ci fosse tutta l’Italia, purtroppo ne manca una parte. La destra si rifiuta di essere in piazza per quello che è un valore fondante della nostra Costituzione. Le armi? Cosa dovremmo dire agli ucraini, che sono fatti loro? Noi siamo fortemente convinti delle scelte che abbiamo fatto“.
Infine conclude il panel di interventi il sindaco di Milano Giuseppe Sala:
“La Liberazione non è stata fatta con le parole, ma combattendo. E’ una posizione suscettibile di critiche, ma non è il momento dell’ambiguità. Il 25 aprile non è qualcosa su cui ci si può dividere perché è alla base della nostra democrazia. Una divisione precisa è se mai tra chi è profondamente antifascista e chi non lo è. Io spero che dalle polemiche venga risparmiato il 25 aprile“.